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Avvocato pugliese e legge Pittella Angelo Lucarella

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Di seguito il comunicato:

A scuotere il Parlamento ci ha pensato la Corte Costituzionale con la decisone di pochi giorni fa perlopiù passata inosservata, ma evidentemente destinata a creare un vero e proprio terremoto sia nel mondo giudiziario che politico.

La legge Pittella è quella norma che il Parlamento votò nel 2021 (n. 215) con cui, sostanzialmente, è stata messa la pietra tombale sui ricorsi dei contribuenti riguardo ai famosi “estratti di ruolo” dell’Agenzia delle Entrate riscossione.

Cosa su cui Angelo Lucarella, avvocato e tra gli esperti italiani invitati quest’anno dal World Justice Project (sostenuto dalla Commissione Europea), già vice presidente Commissione Giustizia del Ministero dello Sviluppo Economico e docente a.c. di diritto processuale tributario all’Università degli studi di Napoli Federico II, era più volte intervenuto denunciandone l’incostituzionalità e anche la violazione dei diritti riconosciuti dall’Unione Europea spiegando, appunto, quanto fosse urgente l’intervento del Governo per risolvere la problematica o, quantomeno, per bloccare gli effetti retroattivi impliciti della norma stessa.

“Il mondo tributario, quello difensori dei contribuenti soprattutto, aspettava da tempo che la Corte Costituzionale si pronunciasse sulla questione della legge Pittella che da due anni circa ha creato un blocco ai ricorsi dei contribuenti riguardo ai carichi pendenti e conosciuti tramite estratti di ruolo consegnati dall’Agente nazionale della riscossione; ricorsi, quest’ultimi, fino ad allora consentiti anche per gli orientamenti della Cassazione emanati a più riprese”, dichiara Lucarella.

Continua l’ex vice presidente della Commissione Giustizia del Ministero Sviluppo economico, “Se prima si era assistito a delle scosse di assestamento giudiziarie, il problema odierno è far fronte ad un vero e proprio terremoto fiscale che si sta generando per almeno due fattori concomitanti: il mantenimento in vigore della legge Pittella così com’è e l’assenza di una norma di interpretazione autentica sulla questione del divieto di retroattività implicita per le cause esistenti all’entrata in vigore. Da tempo ho scritto ai rispettivi Ministeri oltreché a diverse testate per segnalare il disastro giuridico ed economico ormai in atto. Ci ha pensato la Corte Costituzionale, finalmente, a invitare la politica a prendere provvedimenti (con la sentenza n. 190) quando afferma di non esimersi dal pressante auspicio che il Governo dia efficace attuazione alla revisione del sistema nazionale della riscossione della legge delega 111/2023.

Tuttavia, il mio auspicio è che il Parlamento e il Governo prendano in debita e seria attenzione l’abrogazione di questa legge che, di fatto, ha portato migliaia di contribuenti vittoriosi contro l’amministrazione italiana, di punto in bianco, destinatari di uno smacco legislativo che uno Stato serio non può e non deve permettersi di fare ai propri cittadini. Ne va della credibilità dello Stato di diritto”.

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