Per il presidente della Regione Puglia, che lo aveva richiesto, è stato un interrogatorio piuttosto lungo: più di sei ore. Nella caserma della Guardia di finanza a Taranto, Nichi Vendola ha fornito la sua versione ai magistrati che indagano sulla vicenda Ilva e sull’ipotesi di disastro ambientale. Una versione finalizzata a essere tirato fuori dall’inchiesta, con quell’accusa di concussione che lo vede fra i 50 indagati (persone fisiche, poi ci sono tre società riferite al gruppo Riva) nell’indagine della procura tarantina.
Per me era un dovere e un’impellenza morale, ha detto Vendola al termine dell’interrogatorio.
Terminata l’audizione di Vendola, sotto con l’altro che ha chiesto di essere ascoltato dai magsitrati: Giorgio Assennato, direttore dell’agenzia regionale di prevenzione ambientale (Arpa) della Puglia. Lui si è sbrigato in pochi minuti, quelli delle formalità e della consegna di una memoria difensiva ai giudici.