Mercoledì 29 dicembre la società Odra Energia depositerà l’istanza autorizzativa ministeriale per il proprio progetto di parco eolico marino galleggiante al largo della costa tra Castro e Tricase. La principale novità, rispetto alla prima ipotesi progettuale, è l’allontanamento delle pale dalla costa, che saranno posizionate a una distanza minima di 12,8 km, ora aumentata del 30% rispetto a quanto previsto inizialmente.
Secondo la società «la collocazione più al largo delle pale accoglie la richiesta emersa durante la fase di ascolto e dialogo con il territorio che Odra Energia ha scelto di intraprendere prima di avviare il procedimento autorizzativo. L’allontanamento dalla costa ha richiesto uno sforzo di riprogettazione tecnica e di revisione economica perché impatta sulla realizzazione, sull’esercizio e sulla manutenzione del parco eolico marino galleggiante».
Una soluzione che non convince però associazioni e comunità, come ribadisce il vicesindaco di Castro, Alberto Capraro: «Ecco svelato il posizionamento delle 90 pale dell’altezza di 230 metri ciascuna. L’idea sbandierata del “cono” per cui solo le prime due pale sarebbero state visibili, cade miseramente come il castello di improbabili rassicurazioni sul fatto che non avrebbero violato il paesaggio. Immaginate tutto il tratto di costa da Otranto a Leuca con questo muro di pale eoliche alto 100 mt di più dei nostri promontori: uno scempio. Le pale sarebbero non solo visibili, ma ben più alte del profilo costiero che è alto in media 130mt slm”.
Contrario anche il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de ‘La Puglia Domani’.
«La società dichiara di voler “minimizzare l’impatto visivo tipico degli impianti a terra”, e vorrebbe sminuire anche il pugno nell’occhio di un esercito di pale galleggianti piazzato sulla linea dell’orizzonte, ad ingombrare un panorama marino fra i più suggestivi al mondo. Cerca anche di indorare la pillola facendo balenare prospettive di sviluppo per il territorio, quando invece l’economia turistica che è il suo settore trainante ne subirebbe un danno inestimabile, uno sfregio permanente. E non solo in mare ma anche a terra, visto che il punto di connessione con la rete elettrica nazionale è stato previsto in località La Fraula a Santa Cesarea Terme, altro luogo meraviglioso che rischia di essere sfigurato. Senza dire dei rischi ambientali per un ecosistema marino già fragile, da preservare come un tesoro senza infliggergli uno stress così immane». (leccesette.it)