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Decreto antiterrorismo: la polizia potrà entrare nei pc degli italiani Accesso da remoto e possibilità di tenere i dati per 24 mesi. Il garante Soro: e la privacy?

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Il decreto antiterrosismo risale al 10 febbraio, un mese dopo la strage di Parigi. C’è bisogno di conctolli straordinari e di garantire maggiore sicurezza, anche informatica, è quanto sostiene la politica e quanto sostiene il governo, con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in primis. Decreto che ora per la conversione in legge compie l’iter parlamentare. In commissione oggi è stata varata una norma che ha già aperto un dibattito consistente: i computer degli italiani potranno essere accessibili da remoto dalle forze dell’ordine. I dati potranno essere mantenuti per 24 mesi. Una misura necessaria, secondo chi l’ha promossa, al fine di avere la situazione sotto controllo. Ma il garante per la tutela della riservatezza dei dati personali, Antonello Soro (e non solo lui, anzi il fronte è consistente) pone il problema, per l’appunto, della privacy. Sicurezza o riservatezza? E che possibilità c’è di farle coesistere? Certo, va spiegato (e occorrerà avere argomenti seri, al riguardo) agli italiani che l’accesso ai loro pc non sarà, non può essere, indiscriminato e senza tutele.

(foto home page: non strettamente connessa alla notizia, fonte irpinia24.it)


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