C’è un terzo indagato per la morte di Paola Clemente, la bracciante 49enne deceduta in un vigneto facente capo ad un’azienda di Andria. Secondo gli inquirenti della procura di Trani, a guidare il pullman che portò, il 13 luglio (data del decesso di Paola) al lavoro al vigneto di Corato la donna e altri lavoratori, c’era un dipendente di Ciro Grassi e non Grassi stesso, il quale peraltro è il primo indagato con le accuse di omicidio colposo e omissione di soccorso. Il secondo indagato è Luigi Perrone, titolare dell’azienda “Perrone” di Andria. Oggi nel cimitero di Crispiano, riesumazione della salma di Paola Clemente e autopsia. Ci saranno, con il medico legale incaricato, anche i consulenti, appunto, degli indagati. Nelle ispezioni compiute dai carabinieri e dai funzionari dell’ispettorato del lavoro, ieri, nelle campagne di Andria, nessun lavoratore irregolare, nell’azienda in cui morì Paola Clemente. In altre sì: quattro romeni, tre italiani. In casi del genere sono previsti pesanti provvedimenti nei confronti dei titolari. Il 7 settembre, in parlamento, la commissione Lavoro della Camera esaminerà la situazione-caporalato e non è esclusa un’indagine specifica sul caso di Paola Clemente.
Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi:
Alla luce dei tristi eventi degli ultimi giorni connessi al fenomeno del “caporalato” che hanno scosso la Puglia, il Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi con l’ausilio del Nucleo CC Ispettorato del Lavoro di Brindisi ha intensificato i controlli nella provincia tesi a contrastare il particolare fenomeno criminale avente ad oggetto lo sfruttamento della manodopera lavorativa, con metodi illegali.
Il “caporale” è il soggetto che, solitamente nelle primissime ore del giorno, adesca manodopera giornaliera, di solito non specializzata, per farla lavorare abusivamente ed illegalmente in diversi settori, i più diffusi riguardano il lavoro nell’agricoltura (lavoro nei campi) e in cantieri edili abusivi.
Il caporalato generalmente trova grande riscontro nelle fasce più deboli e disagiate della popolazione, ad esempio tra i lavoratori immigrati (come gli extracomunitari).
Gli orari di lavoro e la paga variano a seconda del tipo di raccolta, con impieghi massacranti e sottosalario.
Nell’ambito dell’attività di controllo all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, dal 20 al 25 agosto 2015, sono stati svolti 32 servizi con l’impiego di 90 militari, durante i quali sono stati controllati 40 mezzi e identificate 581 persone, alcune direttamente nei campi altre durante l’itinerario con destinazione nelle province di Taranto, Bari e Matera.