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Caporalato: non solo Puglia. Asti, la Guardia di finanza scopre 106 lavoratori in nero nella patria dello spumante doc Contestate irregolarità contributive per un milione di euro

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6936_20150604_102803Controllata, dalla Guardia di finanza di Canelli, la filiera della produzione vitivinicola. Dalla raccolta alla trasformazione alla costruzione dei macchinari. Scoperti, nelle ispezioni in quella zona, l’astigiano che è la patria dello spumante doc italiano famoso nel mondo, 106 lavoratori in nero, secondo la Guardia di finanza. Contestate retribuzioni bassissime e irregolari, sei euro per ogni ora, a braccianti stranieri e italiani, da parte di coop rette anche da stranieri. Ai lavoratori si chiedeva la disponibilità di dodici ore di lavoro al giorno e senza riposo settimanale, talvolta.

Le coop, secondo le Fiamme gialle, si sostituivano in pratica ad agenzie interinali che peraltro, devono osservare le norme in materia di retribuzione, con la corresponsione ai lavoratori di 18 euro per ogni ora, Dunque, il triplo rispetto al sistema che la Guardia di finanza ritiene di avere scoperto. Le irregolarità in materia contributiva sono cosa da un milione di euro, stando agli esiti delle ispezioni compiute. Caporalato, Puglia ma non solo. Anche una zona celebrata nel mondo per i suoi vigneti, patrimonio dell’umanità. Ma il caporalato, con l’umanità ha poco o nulla a che fare.


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