Stamattina il presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano, tiene una conferenza stampa per spiegare dal suo punto di vista la vicenda dello stoccaggio di rifiuti radioattivi a Massafra. Viene descritto come molto arrabbiato, il presidente (che è anche sindaco di Massafra) in quanto la situazione, è detto da ambienti a lui vicini, non è nei termini ipotizzati dai Verdi. I quali, nei giorni scorsi, hanno chiesto le dimissioni immediate del dirigente del settore Ambiente della Provincia, Dilonardo, per avere questi dato l’ok allo stoccaggio nell’impianto Cisa di Massafra, di rifiuti radioattivi, per 16 anni. I Verdi rammentano pure che Dilonardo è padre di un socio di Albanese, titolare della Cisa. Si sono mossi anche i legali dell’azienda e, d’altro canto, ha detto la sua anche l’eurodeputata M5S Rosa D’Amato la quale vuole la revoca dell’autorizzazione integrata ambientale e il monitoraggio dei rifiuti sanitari nell’impianto di Massafra.
Di seguito il comunicato diffuso dai legali della Cisa e, a seguire, un comunicato diffuso da Rosa D’Amato, deputata al parlamento europeo:
I sottoscritti Avv.ti Antonio e Carlo Raffo comunicano di aver ricevuto mandato dalla società CISA s.p.a. per effettuare i chiarimenti necessari sulle ERRATE ed ALLARMANTI notizie apparse su un quotidiano locale nelle giornate del 23 e 24 agosto 2015, secondo cui la suddetta società avrebbe ricevuto un’autorizzazione per accogliere “RIFIUTI RADIOATTIVI” nell’impianto complesso di trattamento dei Rifiuti Solidi Urbani di Massafra.
Ciò che preme innanzitutto chiarire è il fatto che la CISA s.p.a. non ha mai richiesto (e quindi neppure ricevuto) alcuna autorizzazione alla ricezione di RIFIUTI RADIOATTIVI, che mai potrebbero essere accolti volontariamente in un impianto come quello presente a Massafra.
Fatta questa premessa, deve rilevarsi come la Legge imponga a tutti i gestori di impianti che trattano rifiuti, simili a quello gestito dalla CISA s.p.a., di predisporre dei sistemi di controllo che individuino la presenza di eventuali fonti radioattive all’interno dei carichi di rifiuti conferiti AL FINE DI EVITARE CHE RIFIUTI NON AMMISSIBILI E PERICOLOSI POSSANO MISCHIARSI CON QUELLI ACCOGLIBILI, DURANTE LE FASI DI TRATTAMENTO!
I presidi per la rilevazione e le aree di confinamento temporanee di eventuali rifiuti radioattivi, che sono previsti dalla legge per tutti gli impianti simili a quello della CISA s.p.a., lungi dall’essere un pericolo per la popolazione e per il territorio, sono strumenti necessari alla salvaguardia della salute e dell’ambiente.
Eventuali rifiuti che dovessero presentare caratteristiche di pericolosità (RIFIUTI RADIOATTIVI) devono essere accantonati temporaneamente in aree appositamente predisposte, per essere poi respinti dal gestore ed affidati a ditte specializzate che eseguono le verifiche necessarie e PROVVEDONO A TRASPORTARE I RIFIUTI FUORI DALLL’IMPIANTO E, ADDIRITTURA, FUORI DAL TERRITORIO REGIONALE!!!
Desta sconcerto la leggerezza e la faciloneria con cui sono state diffuse delle notizie tanto allarmanti quanto non veritiere da parte di alcuni organi di stampa, che evidentemente hanno reso un cattivo servizio di informazione.
Deve, peraltro, segnalarsi che nei medesimi articoli sono state inserite delle risposte attribuite alla società, che tuttavia la CISA s.p.a. non ha mai rilasciato, cosa che evidentemente ha contribuito ad accrescere il già elevato livello di preoccupazione nell’opinione pubblica.
Si fa presente, comunque, che la CISA s.p.a. provvederà a tutelare la propria immagine ed ogni suo diritto in tutte le sedi opportune.
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“Revocare subito l’autorizzazione all’impianto della CISA Spa di Massafra, fare luce su eventuali irregolarità nell’iter amministrativo che ha portato a tale autorizzazione e monitorare i rifiuti sanitari”. E’ quanto chiede l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, in merito all’Autorizzazione integrata ambientale, della validità di sedici anni, rilasciata dalla Provincia di Taranto alla Cisa spa, azienda di impianti di stoccaggio e trasformazione dei rifiuti di Massafra. “Se è vero che ad oggi in quell’impianto non è consentito lo smaltimento di veri e propri rifiuti radioattivi, come i fusti della Cemerad – dice l’eurodeputata – ciò che deve allarmare è che all’interno dei rifiuti urbani la rilevazione di radioattività è di origine sanitaria nel 99 per cento dei casi, come dichiarato dalla Regione Puglia nella DGR 1096/2012. E’ palese, inoltre, che in questa vicenda vi siano conflitti di interesse e un iter amministrativo tutto da verificare – continua D’Amato – A rilasciare l’autorizzazione è stato un presidente della Provincia, Martino Tamburrano, che è anche sindaco di Massafra. Tale autorizzazione pare essere stata rilasciata senza il parere di un comitato tecnico e senza la consultazione della cittadinanza. Inoltre, il figlio del dirigente della Provincia che ha firmato l’Aia, secondo quanto si apprende dalla stampa, sarebbe socio d’affari del titolare della Cisa. In questa vicenda – termina l’eurodeputata tarantina – ci sono tutte le ragioni, in primis quella della salute dei cittadini, per chiedere l’immediata revoca dell’autorizzazione. Inoltre, le autorità competenti facciano luce sulle eventuali irregolarità commesse nell’iter amministrativo che ha portato all’Aia”.