Non solo commilitone di Trifone Ragone ma, per un periodo, anche coinquilino. Il 26enne campano indagato per il duplice omicidio di Pordenone potrebbe avere ucciso forse per denaro (un prestito da parte di Ragone) o per altri motivi di tipo personale. Non c’è alcun dettaglio al riguardo, peraltro, al momento.
Del resto, l’iscrizione nel registro degli indagati è atto dovuto nei confronti del 26enne (che nei mesi scorsi era stato ascoltato come testimone) per consentirgli di nominare suoi consulenti in esami irripetibili.
Trifone Ragone, militare dell’Esercito, pugliese di Adelfia in servizio in Friuli, venne ucciso con la fidanzata Teresa Costanza: i due erano in macchina, la sera del 17 marzo, nei pressi del palasport. Sei colpi di pistola, una Beretta 7,65 tutti sparati, dunque, da una pistola. Una sola persona a sparare e, secondo la tesi degli inquirenti, senza mandanti. Gli esami irripetibili, previsti per il 28 settembre, riguarderanno anche casa dell’indagato, i suoi abiti dell’indagato e la sua auto.