La pubblicazione, in formato pdf scaricabile, è in lingua inglese. Molto approfondita sul piano tecnico, naturalmente. Per specialisti. Per chi lo è meno, basterebbe capire un paio di piante dell’Italia, colorate secondo la concentrazione di inquinanti emessi. Da lì si intuisce la situazione di Taranto e di Brindisi, ad esempio in tema di ossido di azoto o di Pm10 ma, per altri aspetti (vedi le emissioni di ammoniaca) le concentrazioni che gravano su altre zone della Puglia centrosettentrionale. Non solo Taranto dunque, non solo Ilva, non solo Brindisi né solamente industria ma anche l’inquinamento prodotto dai trasporti, dall’allevamento (pure) e da molto altro ancora, in tutta Italia.
Di seguito la descrizione sintetica diffusa da Ispra e, a seguire, il link per accedere alla pubblicazione:
Nel documento si descrive la comunicazione annuale dell’inventario nazionale delle emissioni delle sostanze transfrontaliere in accordo a quanto previsto nell’ambito della Convenzione sull’Inquinamento Transfrontaliero a Lungo Raggio (CRLTAP/UNECE) e dei relativi Protocolli di riduzione delle emissioni di tali sostanze. La documentazione prevede una spiegazione degli andamenti della serie storica delle emissioni dal 1990 al 2013, una descrizione dell’analisi delle sorgenti chiave e dell’incertezza ad esse associata, le referenze delle metodologie di stima così come le fonti dei dati di base e dei fattori di emissione utilizzati per le stime, una descrizione del sistema di Quality Assurance/ Quality Control e le attività di verifica effettuate sui dati.
Scopo del rapporto è agevolare la comprensione delle procedure di calcolo delle emissioni, fornendo un confronto tra i contributi relativi delle diverse fonti di emissione facilitando l’identificazione di politiche di riduzione. In sintesi, nel periodo 1990-2013, le emissioni mostrano un trend di decrescita per la maggior parte degli inquinanti descritti. Le riduzioni sono particolarmente rilevanti per gli inquinanti principali (SOX -96%; NOX -58%; CO -63%; NMVOC -53%), così come per il piombo (-94%) e le diossine (-41%).
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/R_223_15_IIR_2015.pdf
(immagini: tratte dal rapporto Ispra)