Oggi, fra le innumerevoli manifestazioni per la Giornata contro la violenza sulle donne, se n’è tenuta una a Roma, a palazzo San Macuto.
Per iniziativa dell’Aics, associazione italiana cultura sport, ha avuto luogo la presentazione del libro “Per Sarah”. Lo ha scritto Claudio Scazzi, fratello della ragazza di Avetrana uccisa il 26 agosto 2010.
«L’immagine di Sarah si può restituire facendola conoscere come una ragazzina di 15 anni come tante altre, che faceva quello che fanno le ragazze della sua età, e non ha avuto la possibilità di avere un futuro». Per lui e la sua famiglia «i primi 6-7 mesi sono stati davvero stressanti, il dolore per la morte di tua sorella, poi era stata arrestata della gente (la famiglia Misseri, ndr). Mia mamma per diversi mesi è stata malissimo, e non è stata più lei. Io ho avuto problemi anche a livello lavorativo. È stato come se ti passasse addosso un uragano».
Ma in apertura, le frasi di Claudio Scazzi hanno inquadrato una situazione legata alle vicende familiari in rapporto alla tragedia che si era vissuta e al sistema della comunicazione:
«Già solo una decina di giorni dopo che Sarah è scomparsa tanti hanno buttato fango su mia sorella e la mia famiglia, mettendo nero su bianco dicerie e chiacchiere da bar solo perchè faceva effetto. Quando a ottobre si è cominciato a capire quello che era successo le cose si sono un pò calmate, ma anche oggi su internet c’è una certa tendenza a parlare di mia sorella solo perchè fa titolo».