Nell’immagine, la locandina della manifestazione in programma oggi pomeriggio a Martina Franca. Non certamente l’unica in Puglia, nell’ambito di una giornata che rammenta, in tutto il Paese, in tutto il mondo, la necessità di contrastare la violenza sulle donne. Siamo ancora, desolatamente, a questo punto: alla necessità di contrasto. Il 25 novembre ricorda il massacro delle tre sorelle Mirabal, da parte del regime dominicano di Rafael Leonidas Trujillo, il 25 novembre 1960.
In Italia in questi giorni si fanno statistiche, analisi, su questa emergenza sociale e criminale. I femminicidi sono in calo al meridione, sono in aumento al nord. Ma anche uno solo, dei femminicidi, è una cosa abominevole. Così come qualsiasi altra forma di violenza.
Ieri una condanna all’ergastolo, in corte di Assise di Taranto: dovrà scontarlo il 35enne Beniamino Ligorio di Villa Castelli perché, stando alla sentenza di primo grado, ritenuto colpevole di avere ucciso, sparandole un colpo alla testa, la convivente Fiorenza De Luca, 29 anni.
Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Fim-Cisl di Taranto e Brindisi:
Il coordinamento donne della Fim Cisl “Daisy”
lancia in tutte le regioni iniziative a sostegno delle donne vittime di abusi e maltrattamenti.
La Fim Cisl sta dalla parte delle donne. Contro ogni forma di violenza e sopraffazione a partire dai luoghi di lavoro.
Il “Daisy” il Coordinamento nazionale donne della Fim Cisl, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, lancia in tutte le regioni iniziative per mettere in collegamento il mondo sindacale con i centri antiviolenza presenti nei territori che, accolgono le donne vittime di abusi e maltrattamenti e le sostengono, affinché queste situazioni emergano e siano adeguatamente contrastate.
Anche nei luoghi di lavoro, spesso, per ragioni circostanziate, le donne non hanno il coraggio di denunciare le violenze subite, o semplicemente, di condividere anche solo le proprie paure. Per queste ragioni il Coordinamento donne della FIM Cisl vuole essere vicino alle donne lavoratrici del mondo metalmeccanico, ambiente storicamente a prevalenza maschile, affinché non si sentano isolate o emarginate, offrendo loro informazioni, conoscenze e strumenti in collaborazione con i centri antiviolenza, a tal proposito nel decreto attuativo del jobs Act ricordiamo, è stato introdotto il congedo per le donne vittime di violenza di genere che permette percorsi di protezione .
Le donne hanno il diritto di esprimere appieno nel contesto professionale la propria libertà e soggettività femminile, arricchendo significativamente in questo modo anche la rappresentanza sindacale.
Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia Coisp Campania:
Il 25 novembre si ricorda il terribile assassinio delle tre sorelle Mirabal avvenuto durante il regime domenicano di Rafael Leonidas Trujillo nel 1960. Dal 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha reso istituzionale questa giornata, invitando governi, organizzazioni e media a sensibilizzare la società sulla violenza di genere. Anche il sindacato di polizia Coisp ha voluto ricordare le vittime attraverso Mariarosaria Pugliese , Segretario Regionale alle pari opportunità nonché tra le più strette collaboratrice del leader regionale Giuseppe Raimondi .
“La violenza contro le donne – commenta Mariarosaria Pugliese – è una tematica inserita nel quadro dei dialoghi specifici sui diritti umani. Si auspica quindi un risveglio delle coscienze affinchè in una società denominata “civile” e fondata sul dritto non si può e non si deve tollerare in alcun modo la violenza contro le donne. Secondo l’ISTAT a giugno del 2015, una statistica relativa al quinquennio 2009/2014, il 31,5 per cento delle donne italiane fra i 16 e i 70 anni ha subìto violenza fisica o sessuale almeno una volta nel corso della vita, praticamente una donna su tre, un dato decisamente troppo alto. L’indagine dice che per il 62% le violenze avvengono per mano di partner, presenti e passati, familiari e amici di famiglia, e questo è un dato allarmante perché spesso : “Il mostro non dorme sotto il letto, ma dorme accanto a te Donna!” Una nota psichiatra psicoterapeuta e psicoanalista descrive il complicato meccanismo che si ingenera la violenza fisica come modalità educativa e la violenza sessuale su donne della famiglia sono stati fatti ineludibili e accettati dalle donne “obtorto collo”, pena l’esclusione dal nucleo familiare. La cultura mirata al “segreto” e alla “vergogna” delle violenze subite affonda le radici nel passato ed è per questo tanto difficile da sradicare, non solo per i risvolti sociali della denuncia, ma per le implicazioni psicologiche personali di chi le subisce. Chi infligge violenza ritiene che essa sia “per il bene” di chi la subisce o “per colpa” della bambina o della donna, che “induce” l’aggressore : ovviamente, solo un modo per scaricare la responsabilità sulla vittima! Tale problematica impone un impegno societario, finalizzato alla repressione dei reati e alla prevenzione di essa attraverso un’educazione dei giovani improntata al rispetto e all’educazione verso un’affettività sana, perché come diceva Martin Luther King, “ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi; è l’indifferenza dei buoni ”.