La notte scorsa, al termine del vertice, niente da fare per Michele Emiliano. Cinque collegi “sicuri” in tutta Italia. Pochi. Anche ad Andrea Orlando è andata maluccio. Il problema è che non se la passa benissimo manco Renzi, perché i sondaggi per il Pd sono impietosi. È azzurro o giallo un po’ ovunque, tranne l’Italia centrale. Renzi ha problemi pure in Toscana, visto che la Boschi è stata mandata a candidarsi a Bolzano, per farcela. Nel pomeriggio, però, è saltata la presentazione della candidata. Causa il caos interno al Pd. Dunque: dopodomani mattina inizierà la fase di presentazione delle liste di candidati (si chiuderà lunedì sera) e il partito democratico è alle prese con malumori e imbarazzi che ovviamente si risolveranno in tempo (il clima teso è un classico in casi del genere) ma che oggi sono tali da essersi registrati quattro rinvii della direzione nazionale del partito, inizialmente prevista alle quattro del pomeriggio e, dopo il rinvio del rinvio, programmata per le dieci e mezza di sera.
Caso Boschi ma, fra le altre situazioni spinose, anche caso Puglia, che si sarebbe esaminato a mezzogiorno. Emiliano vuole maggiore visibilità nella sua regione, non solo i tre (o due) collegi “sicuri” di cui si ipotizzava nelle scorse ore, ovvero capolista nei collegi plurinominali. Boccia e Ginefra, per la corrente del governatore pugliese, non si toccano. Per i renziani, Bellanova blindata, ad esempio. Bisogna ragionare su un altro paio di situazioni (teoricamente) al riparo da sorprese. Per il resto, dal secondo posto in poi nella lista plurinominale, è un rischio per tutti. Per non dire dei collegi uninominali, che i sondaggi ingenerosi fanno prospettare tutti o quasi col Pd ko. Va però detto che un sondaggio fatto senza ancora conoscere le persone in campo, è inevitabilmente parziale, ancor di quanto non lo sia pur avendo tutti gli elementi a disposizione. Collegi uninominali: il Pd schiererebbe ad esempio Lonoce a Taranto, Amati nel nord brindisino e Pentassuglia a Martina Franca. In quest’ultimo caso, con la prospettiva che va concretizzandosi, di uno scontro con il deputato uscente Chiarelli (fittiano) forse non in grado di farsi “dirottare” verso il Senato, aspirazione questa del presidente della Provincia di Taranto in quota Forza Italia.