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La drammatica esperienza familiare nel racconto della consigliera comunale di Martina Franca al dibattito sulla sanità Ieri la seduta monotematica

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Testo dell’intervento di Veronica Fumarola, consigliera comunale di Martina Franca:

Nell’affrontare la questione che ci riguarda oggi, non posso non partire dall’esperienza personale che da alcuni mesi tormenta me e i miei familiari. Abbiamo dovuto vedercela con una emergenza che, voglio dirlo con chiarezza, è stata gestita in maniera impeccabile dagli operatori del servizio sanitario pubblico. Medici, infermieri e ausiliari. Se il periodo critico che ci ha terrorizzati è stato superato ed oggi possiamo assistere a lievi ma esistenti miglioramenti della situazione, lo dobbiamo proprio a come è stata affrontata l’emergenza, con tempismo e professionalità a Martina Franca ed a Taranto sede del ricovero. Oggi, però’, siamo chiamati, nostro malgrado, a barcamenarci in una burocrazia sanitaria difficile da comprendere e da seguire , in aggiunta alla situazione personale gia’ difficile di per se. Il sistema sanitario pubblico è un sistema che viene quotidianamente condizionato da problemi organizzativi più che dalla professionalità degli operatori. I reparti ospedalieri che sono quotidianamente interessati dalla presenza di degenti, sono stati descritti da chi ci è stato come buoni nell’organizzazione ma a molti di noi è capitato anche di ascoltare qualche critica. Non abbiamo probabilmente le competenze specifiche per potere dire se le lamentele siano motivate o meno, però è richiesto sempre uno sforzo per fare meglio. La sistemazione dell’ospedale porta inevitabilmente delle criticità da sopportare e questo deve avvenire nel minore disagio possibile per i pazienti e per i loro familiari. Comprensibile che si limiti l’accesso dei parenti ai reparti perché l’emergenza Covid non è del tutto passata, ma anche questo può essere un elemento di debolezza rispetto al quale fare delle valutazioni, considerato che il paziente in ospedale non deve sentirsi lasciato solo dai congiunti. Il livello delle prestazioni, da un punto di visita qualitativo, non è di mia competenza perché non ho gli strumenti per la valutazione, però io ascolto le opinioni dei cittadini e le lamentele non mancano. Il presidio di Martina Franca può essere ritenuto di eccellenza? Magari sì ma deve essere dimostrato con dati inoppugnabili. Invece. Nell’ospedale di Martina Franca si verifica non raramente una problematica al pronto soccorso con file consistenti di ambulanze. Certo, bisogna anche richiamare la cittadinanza ad una migliore fruizione del soccorso che va utilizzato quando davvero si presenta la necessità e non anche per problemi facilmente risolvibili. Anche in questo caso, ritengo, è un problema di organizzazione perché i cittadini, evidentemente, non ravvisano possibilità di soluzione ai loro problemi, magari anche lievi, se non ricorrendo all’ospedale. Cardiologia e altre specialità per le visite specialistiche, appunto, rappresentano una questione urgente su cui porre molta attenzione e da risolvere, come anche è grave la questione delle liste di attesa, non si puo’ tollerare che si debbano aspettare molti mesi, se non oltre un anno, per visite specialistiche anche per questioni gravi. Non si riesce ad effettuare visite nei tempi adeguati pure in presenza del carattere di urgenza riportato nell’impegnativa e, come si sa, la visita urgente va svolta entro dieci giorni. C’è difficoltà anche a rendere accessibili i punti di prenotazione, considerando che soprattutto per gli anziani non può essere la modalità telematica la soluzione ma c’è bisogno di personale adeguato numericamente e per capacità. Certo, l’emergenza del coronavirus che la nostra realtà ha dovuto sopportare come accaduto in tutto il mondo, ha condizionato molto l’offerta di servizi sanitari e molti di essi sono stati sostanzialmente tralasciati, anche per patologie gravi. Bisogna recuperare. Comprensibile concentrare gli sforzi per superare il Covid ma il resto delle patologie non è rimasto fermo. Bisogna tornare ad un’attenzione specifica ed approfondita, penso alle patologie oncologiche su tutte. Bisogna ringraziare gli operatori del servizio sanitario che non si sono tirati indietro di fronte ad un’emergenza gravissima come il covid per essi stessi, che hanno dovuto garantire la salute agli altri e, appunto, lo hanno fatto senza paura. Chiedo un’attenzione, sempre legata alle conseguenze del Covid, per ciò che si prospetta se non proprio è già realtà: le possibili patologie della psiche. Bisogna prestare la massima attenzione ai bambini ed agli adolescenti e chiedo che anche nella nostra città il servizio sanitario pubblico vari un programma di valutazione della situazione a tappeto, per non lasciare indietro nessuno, coinvolgendo le scuole e le famiglie. Il sistema sanitario, cioè, deve caratterizzarsi sempre più per attenzione sociale. Si può partire appunto dall’emergenza che ho rappresentato pochi minuti fa. Infine, si valorizzi e si dia il giusto riconoscimento alla medicina di base. Il medico di famiglia è rimasto praticamente l’ultimo presidio di prossimità veramente accessibile, subito e con qualità, a tutti i cittadini, abbienti e meno abbienti. Dobbiamo ringraziare, noi cittadini, i medici di base della nostra città e chiediamo al sistema sanitario pubblico di valorizzare ancora di più questo fondamentale pezzo della medicina pubblica.

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