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Delitto di via Poma: il procuratore generale della Cassazione, annullare l’assoluzione di Busco L'assassinio di Simonetta Cesaroni, 23 anni e mezzo fa. Il suicidio del portiere tarantino

simonetta cesaroni

simonetta cesaroniQuattro anni fa, l’8 marzo 2010, venne trovato a Torre Ovo il cadavere di Pietrino Vanacore. Il portiere, tarantino di Monacizzo-Torricella, del palazzo di via Poma, a Roma, era lui quel martedì 7 agosto 1990 e non resse il peso di quello che era accaduto, anche delle accuse nei suoi confronti: l’assassinio di Simonetta Cesaroni. Vanacore, che si tolse la vita a 78 anni, fu il primo dei tre indagati: seguì Federico Valle.

Poi, emerse quello che è attualmente l’unico inquisito, Raniero Busco, l’ex fidanzato di Simonetta Cesaroni. In secondo grado venne assolto ma, in Cassazione dove la sentenza definitiva è ormai imminente (prevista in serata) il procuratore generale ha chiesto alla corte di annullare quell’assoluzione, che era successiva alla condanna in primo grado, e di rifare il processo all’ex fidanzato della ragazza uccisa. Dunque, annullamento con rinvio, chiede il procuratore generale.

Proprio il legale di Busco, sin dalla morte di Vanacore, aveva affermato che il suicidio del tarantino era troppo vicino alla scadenza temporale del processo, per escludersi collegamenti con le responsabilità di Vanacore. Ma per il procuratore generale della suprema corte, evidentemente, non è così.

Del resto, il delitto di via Poma è ancora, nell’opinione pubblica, un gigantesco mistero, a ventitre anni e mezzo di distanza, e nel caso di sentenza di rinvio stasera, sarebbero anche ufficialmente aperti i dubbi su chi, come, perché, la ragazza fu uccisa. Il classico “si sa solo che è morta”.


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