“Però papà perché lo hai fatto? Io non me lo so spiegare! Tu non hai fatto mai niente di male, perché quel momento? Che ti è successo?” Questa telefonata del 7 ottobre 2010 alle 3,47 minuti può essere (l’italianizzazione dell’audio in dialetto è tratta dalla Gazzetta del Mezzogiorno) la svolta clamorosa al processo per l’assassinio di Sarah Scazzi. “Papà” è Michele Misseri, la chiamata è della figlia Sabrina, condannata (con la mamma Cosima Serrano) all’ergastolo per l’assassinio avvenuto (stando alla ricostruzione degli inquirenti) il 26 agosto 2010 ad Avetrana, giorno della scomparsa della quattordicenne Sarah.