Poco meno della metà delle famiglie italiane (48,8%) utilizza un impianto o un sistema per il condizionamento domestico; è quanto emerge da un’indagine ISTAT, che fotografa una situazione piuttosto omogenea a livello nazionale: la diffusione è leggermente più alta al Sud (51,2%) rispetto al Nord (49,1%) e al Centro (44,2%).
I dati regionali: Puglia seconda al Sud
Secondo la rilevazione ISTAT, relativa al 2021, la Regione dove in assoluto gli impianti di condizionamento sono più diffusi è il Veneto (70%), seguito dalla Sicilia (62,4%); completa il Podio l’Emilia-Romagna (60,3%); la Puglia (57,3%) segue di poco la Sardegna (59,9%). In coda alla classifica si colloca la Valle d’Aosta, dove meno di una famiglia su dieci (4,7%) è dotata di un sistema di condizionamento. Le Province autonome di Trento e Bolzano sono le uniche regioni a registrare percentuali inferiori al 20%; in generale, sono ben 14 le Regioni ad avere una diffusione inferiore alla media nazionale (48,8%).
Tipologie di impianti e modalità di utilizzo
L’indagine ISTAT analizza le varie tipologie di impianti e sistemi utilizzati in Italia per il condizionamento degli ambienti domestici. Quasi una famiglia su tre (32,6%) ha scelto di installare un sistema unico, in grado di implementare sia il condizionamento che la climatizzazione, ovvero dotato di apparecchi che producono sia aria calda che aria fredda. Ciò è dovuto, anche, alla crescente diffusione delle pompe di calore, una tecnologia che consente di accedere ad alcune agevolazioni fiscali per interventi su immobili oggetto di ristrutturazione. A ciò contribuisce anche la ormai larga diffusione di apparecchiature acquistabili online, grazie ad e-commerce specializzati come Emmebistore che offrono un ampio catalogo di opzioni, inclusi i condizionatori Aermec e di altre marche di riferimento per il settore.
Gli apparecchi di condizionamento fisso o portatili singoli sono la soluzione più diffusa a livello nazionale (31%); il 14% circa delle famiglie ha a disposizione un singolo macchinario che produce solo aria fredda mentre l’11% sfrutta un solo apparecchio per il condizionamento di più ambienti.
Per quanto concerne le modalità e la frequenza di utilizzo, l’ISTAT rivela che il 28,5% delle famiglie attiva il sistema di condizionamento tutti i giorni (o quasi) durante i mesi più caldi dell’anno. Il 35,3% accende i condizionatori qualche giorno a settimana mentre poco meno di un quarto (24,1%) li utilizza di rado. La maggior frequenza di utilizzo si registra presso le famiglie che abitano nei piccoli comuni (meno di 50mila abitanti) non di montagna, con il 31% che usufruisce dell’impianto domestico quotidianamente. La percentuale scende al 24% per coloro i quali abitano nei piccoli centri montani dove, evidentemente, il clima è tendenzialmente più rigido e le temperature medie stagionali sono più basse.
Uno dei fattori che sembra incidere maggiormente sulla frequenza di attivazione degli apparati di condizionamento è la struttura del nucleo familiare. Nelle famiglie numerose, l’utilizzo è più frequente rispetto a quelle con un solo componente.
Altro dato statistico di rilievo è il tempo medio di funzionamento; i condizionatori vengono lasciati accesi poco più di sei ore al giorno. Il momento di maggior utilizzo coincide con le ore più calde della giornata – quelle pomeridiane – mentre il resto del tempo si divide tra l’utilizzo mattutino (circa un’ora) e quello serale o notturno (due ore). Inoltre, gli impianti centralizzati vengono tenuti in funzione più a lungo (quasi un’ora in più) rispetto ai sistemi con un solo apparecchio singolo. Anche da questo punto di vista, la composizione del nucleo familiare incide sulle dinamiche di utilizzo; la presenza di una persona anziana, ad esempio, determina un utilizzo medio inferiore di quasi mezz’ora. Al contempo, gli anziani (over 65) soli li tengono accesi 20 minuti in più durante il giorno ma per meno tempo durante le ore notturne.