di Angela Maria Centrone
Si rinnova per il secondo anno l’appuntamento del Festival della Valle d’Itria nell’atrio dell’Ateneo Bruni con “La rana e le nuvole”, spettacolo dedicato alla memoria di Paolo Grassi, in occasione del centenario della sua nascita. La regia è affidata a Libero Stelluti che ha unito testi dello stesso Paolo Grassi ad una favola di Carlo Galiero – “la rana e le nuvole” per l’appunto – creando una rappresentazione sublime di danza e circo contemporaneo dalle atmosfere felliniane, complici le musiche di Nino Rota da La strada e le scene suggestive di Benito Leonori.
In scena l’attore e doppiatore Luigi La Monica – voce di William Hurt, Ian McKellen, Cristopher Walken e molti altri grandi del cinema – che accomodandosi in un vecchio teatro in disuso ripercorre, attraverso le bellissime coreografie di Nicola Simonetti che ha coordinato i movimenti scenici dei danzatori del Festival della Valle d’Itria e il volteggiare degli artisti circensi della compagnia QUATTROX4 diretti da Filippo Malerba, le tappe importanti della sua vita: gli incontri fondamentali, le amicizie profonde, gli affetti imprescindibili, i progetti interrotti dagli orrori della Seconda Grande Guerra e i sogni mai abbandonati.
“Il Teatro per me è come l’acqua per i pesci, è un modo di amare le cose, il mondo, il nostro prossimo” scriveva Paolo Grassi, milanese di origini martinesi, giornalista e fondatore, assieme all’amico Giorgio Strehler e la moglie Nina Vinchi, del Piccolo Teatro di Milano attraverso il quale promosse il “teatro sociale”. Fu sovrintendente del Teatro La Scala dal 1972 al 1976 e dirigente Rai dal 1977 al 1980. Non abbandonò mai il suo impegno nella creazione di un “teatro d’arte per tutti”.
E “La rana e le nuvole” riesce pienamente ad accogliere ed a trasmettere il messaggio di Paolo Grassi. Riesce a scuotere quel “fanciullino” – direbbe Pascoli – nascosto nell’animo di ognuno, riportandoci ai sogni dell’infanzia, al momento in cui tutto quel che si poteva immaginare si sarebbe potuto fare. Al debutto, lo scorso 24 luglio, il pubblico ha applaudito commosso ed entusiasta.
Un sognatore spesso si sente incompreso, diverso, come una rana che non sa nuotare, ma proprio per questo riesce a parlare con le nuvole. E a far tornare la pioggia anche quando tutta l’acqua sembrava essersi prosciugata.
Piccola curiosità: sul palcoscenico, tra gli artisti della compagnia circense, Clara Storti, la figlia di Giovanni Storti, del trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”.
Venerdì 26 luglio unica replica. Da non perdere.
Per maggiori informazioni > www.festivaldellavalleditria.it