La pec a carabinieri e ispettorato del lavoro risale allo scorso giugno. Il sindacato Slc Cgil parlava della situazione di una lavoratrice in quel call center della provincia di Taranto, con un committente di primo piano.
La lavoratrice in questione prendeva 400 euro al mese (“paga reale”) per 33 ore di lavoro settimanali, stando alla denuncia. Ora è arrivato il provvedimento: bloccata l’attività di quel call center dove, secondo Andrea Lumino responsabile provinciale Slc Cgil (che ha diffuso l’informazione sul blocco dell’attività) non uno dei circa quaranta lavoratori aveva un contratto in regola.
La contestazione da parte del sindacato, da anni, nei confronti di molti committenti, anche di primaria importanza: pagano troppo poco i call center e/o non controllano che i rapporti di lavoro, nei call center, siano rispettati.