Di Alessio Marinò, originario di Martina Franca e residente a Madrid:
Madrid si è svegliata infreddolita a causa dei venti provenienti da nord, ma anche per le attese decisioni del governo locale guidato da Isabel Diaz Ayuso, che porteranno a nuove restrizioni alla mobilità della popolazione in periferia a causa della diffusione del Covid-19. Secondo gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Sanità spagnolo, il numero dei contagi giornalieri ha sfondato quota 10.000. Le cifre preoccupano fortemente le autorità nazionali ma anche e sopratutto quelle locali, perché la regione di Madrid è la più colpita del Paese. Diversi distretti e molte aree della capitale iberica sono stati nuovamente confinati. E tra questi c’è Vallecas, uno dei più popolosi.
I cittadini stanno vivendo queste ore con molta apprensione. Nelle zone rosse non si può circolare liberamente se non per motivi di lavoro o causa di forza maggiore. Per strada, sui mezzi pubblici, ormai non si parla d’altro e, come in un film già visto, la gente inizia a prendere d’assalto gli scaffali dei supermercati. È l’immagine di una città duramente colpita, che vive questa crisi in modo viscerale, nella paura che l’autunno e l’inverno siano come la scorsa primavera. Ma, nonostante i timori, il vertiginoso aumento dei disoccupati e la chiusura di negozi e ristoranti, il cuore della della famosa movida continua a pulsare, come sempre. I locali in centro sono pieni e fuori dalle storiche cioccolaterie c’è sempre la fila per gustare i churros, il dolce fritto tipico della Spagna.