Francesco Santoro:
Solo un ammalato su 265 ricoverati nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari tra febbraio e agosto 2021 aveva completato il ciclo vaccinale. Un’ulteriore testimonianza dell’efficacia dei vaccini arriva da una ricerca scientifica condotta da Silvio Tafuri, ordinario di Igiene e responsabile della control room della principale struttura sanitaria pugliese; dal ricercatore Pasquale Stefanizzi; dal direttore di Rianimazione II, Salvatore Grasso; dal medico Lidia Dalfino; da Giacomo Riformato, collaboratore di Igiene, e dagli specializzandi in Igiene e Medicina preventiva, Marcello Putignano e Annamaria Lobifaro. L’obiettivo dello studio era analizzare «il rapporto tra completamento del ciclo vaccinale e probabilità di ospedalizzazione- specificano dalla direzione generale dell’ospedale-. I dati relativi ai pazienti sono stati estratti dal sistema informatizzato di gestione dei ricoveri, mentre le informazioni circa lo stato vaccinale degli stessi sono state estrapolate dall’anagrafe vaccinale informatizzata regionale».
L’età media degli ospedalizzati era di 62,9 anni (range 18- 97); 38 persone sono decedute a febbraio, 116 a marzo, 74 ad aprile, 15 a maggio, 8 a giugno, 3 a luglio e 11 ad agosto. Un solo paziente (0,38 per cento) aveva completato la vaccinazione; l’1,5 per cento (4 persone) aveva ricevuto un ciclo incompleto e il 98,1 per cento (260 ammalati) non aveva aderito alla campagna vaccinale. Inoltre il ricoverato «sottoposto al ciclo completo presentava in anamnesi un tumore linfatico maligno: il fallimento vaccinale è pertanto imputabile- si legge in una nota diramata dal Policlinico barese- alla ridotta risposta immunitaria dovuta alla condizione patologica di base».
Il direttore generale, Giovanni Migliore, non ha alcun dubbio: l’indagine scientifica dimostra «l’efficacia del vaccino contro la malattia e le sue gravi conseguenze -commenta il manager- Solo lo 0,38% dei vaccinati finisce in rianimazione e succede ai soggetti con compromissioni del sistema immunitario. Analizzando dati e numeri del campione preso in considerazione, circa 300 pazienti per un periodo di 8 mesi, è evidente come la protezione aumenti considerevolmente al completamento del ciclo vaccinale. Si tratta, in realtà, di una conferma degli studi sull’utilità del vaccino ma che speriamo serva a convincere gli indecisi».
L’attenzione degli autori dello studio si è concentrata sull’unità di terapia intensiva. «I dati sono molto confortanti: solo un soggetto su oltre 200 presenta una storia di corretta vaccinazione e si tratta di un paziente con patologie del sistema immunitario sul quale ci attendevamo che il vaccino funzionasse meno bene- argomenta il professor Tafuri-. Questo dato è suggestivo di una buona efficacia della vaccinazione ed è in linea con i dati pubblicati nella fase della commercializzazione dei vaccini. Significa, detto in maniera molto semplice, che se ti vaccini non vai a finire in terapia intensiva, se ti vaccini non muori».