Le dichiarazioni del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, hanno aperto un bivio, chissà se decisivo, sul futuro dell’Ilva. Il governatore vuole la riconversione a gas dello stabilimento siderurgico tarantino altrimenti chiederà lo stop alla produzione (https://www.noinotizie.it/26-12-2015/ilva-michele-emiliano-o-riconversione-al-gas-o-chiedero-di-interrompere-la-produzione/).
Richiesto di un parere da parte del tg regionale Rai, il predecessore di Emiliano ha detto cose diverse. Nichi Vendola parla dell’Ilva non solo come un caso di inquinamento la cui soluzione si avrà chissà quando ma ne parla anche come di emegenza sociale, con un territorio impoverito in maniera drammatica. Valutando un’ipotesi di stop della produzione, dice “chi pensa che chiudere l’Ilva sia facile non conosce il livello di povertà in cui si trova Taranto e non sa cosa significhi affrontare la chiusura della fabbrica più grande d’Italia”.
Forse è l’ex governatore che non ha capito o fa finta di non farlo che taranto è stata devastata da quella fabbrica unica responsabile della situazione in cui si trova la città. La grande industria pesante ha portato come in altri luoghi devastazione del territorio e impoverimento culturale. Una rinascita di Taranto non può che non passare da una riconversione industriale. Ma forse questo discorso il caro Vendola non l’ha mai accettato…. troppo legato agli interessi di chi vuole che quella fabbrica resti così come è…. Poco importa se è responsabile di morte e distruzione
Si dovrebbe vergognare