Sentenza storica, viene definita. Oggi è arrivata, in posta elettronica certificata, all’avvocato che l’ha ottenuta. L’avvocato è di Martina Franca, il tribunale è quello di Ferrara. La corte ha sentenziato venerdì. Primo grado: ci sono altre due tappe (eventuali) prima che vada in giudicato. Ma di sentenza storica si tratta: l’avvocato è Francesco Terruli (nella foto). Ha rappresentato i familiari di un militare del ferrarese, Francesco Finessi, che morì a 22 anni, nel 2002. Era un alpino. Il tribunale ha riconosciuto, ed è la prima volta che accade in Italia, il nesso che c’è fra le vaccinazioni militari e il cancro. Per l’esattezza, il metodo di somministrazione del vaccino, è ciò di cui si è trattato in sede giudiziaria. Di questo è morto Finessi, secondo quanto ritiene la famiglia che si è vista riconoscere la ragione. Risarcimento di centocinquantamila euro, che il ministero della Salute dovrà ai familiari del ragazzo morto.
E soprattutto, in linea generale, l’apertura di un fronte notevolissimo: quello delle vaccinazioni militari che possono portare perfino alla morte, secondo la tesi riconosciuta dal tribunale romagnolo. Un migliaio i casi in tutta Italia: la perizia, nel processo di Ferrara, ha perfino fatto emergere che nei campioni di cellule staminali e liquido seminale, c’erano tracce di metalli dei vaccini. Una delle cose che hanno fatto male in maniera letale al giovane alpino, che era arrivato a fare il militare sanissimo e che morì per il tumore non Hodgkins (la leucemia, insomma) a ventidue anni.