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Omicidio Sarah Scazzi: la zia Cosima, vogliono condannarci come Gesù. Concetta sa che non c’entriamo nulla Taranto, processo di appello per il delitto di Avetrana. La donna ha pianto in aula

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“Ho pensato che avesse avuto un incidente”. Così Cosima Serrano parlando della scomparsa, il 26 agosto 2010, della nipote Sarah Scazzi. La zia in corte d’appello a Taranto oggi ha reso dichiarazioni spontanee, nel processo in corso. Lei e sua figlia Sabrina Misseri sono state condannate, in primo grado, all’ergastolo per l’assassinio di Sarah. Piangendo in vari frangenti, in tribunale, ha ripercorso la vicenda e ha detto che in primo grado non aveva parlato in quanto non sarebbe stato opportuno. Ora dice la sua e, respingendo accuse di invidia e gelosia nei confronti di Sarah, afferma piuttosto: Concetta (sua sorella e mamma della ragazzina uccisa) sa che non c’entriamo nulla. Ancora: vogliono condannarci come Gesù.


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