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Furti nei vigneti in provincia di Taranto, “chiediamo un incontro urgente al prefetto” Coldiretti: Fragagnano, Lizzano, Manduria, San Marzano di San Giuseppe e Sava, vengono rubate fino a cinquemila barbatelle per ettaro

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

“Chiediamo un incontro urgente al Prefetto di Taranto – denuncia Alfonso Cavallo, Presidente di Coldiretti Taranto – perché sono all’ordine del giorno i furti di barbatelle nei vigneti a Fragagnano, Lizzano, San Marzano, Sava e Manduria. Al valore di 2 euro a pianta va aggiunto il costo della manodopera, considerato che in 1 ettaro di vigneto ci sono fino a 5mila piante, possiamo ben immaginare il danno arrecato alle imprese viticole dell’area orientale. A ciò va aggiunta la difficoltà a reperire altre barbatelle da impiantare. Stiamo ripetutamente notificando i furti di rame e mezzi agricoli e stiamo registrando fenomeni estorsivi, chiaramente evidenziati dai numerosi tendoni e ceppi di uva tagliati. Il fronte dell’illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all’attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari”.

Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio ‘made in Puglia’, a danno dell’imprenditoria agricola jonica e dei consumatori.

“E’ urgente l’istituzione di una cabina di regia delle forze dell’ordine, un sistema interforze che affronti in maniera strategica, ferma e dura la criminalità nelle campagne. In provincia di Taranto – denuncia il Direttore di Coldiretti Taranto, Aldo De Sario – si sono quadruplicati i furti di rame e mezzi agricoli e stiamo registrando fenomeni estorsivi, chiaramente evidenziati dai numerosi tendoni tagliati che abbiamo denunciato incessantemente. I reati contro il patrimonio (furto, abigeato, usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, ecc.) rappresentano la “porta di ingresso principale” della malavita organizzata e spicciola nella vita dell’imprenditore e nella regolare conduzione aziendale”.

Risulta elevata l’intensità dell’associazionismo criminale in provincia di Taranto (39,4). Oltre ai gruppi organizzati di nazionalità italiana, la mappa della criminalità straniera risulta principalmente di origine Albanese, Romena, Russa e Nord Africana. Secondo i dati dell’Osservatorio, presieduto da Gian Carlo Caselli, in Puglia l’incidenza dei reati di associazionismo di stampo mafioso è pari al 10,3% con 52 denunce di associazionismo per delinquere e 6 di tipo mafioso. Lo spaccato sulla contraffazione evidenzia quanto siano fortemente significative le risultanze relative ai territori di arrivo delle merci, come le realtà portuali, o la lavorazione delle merci con 851 denunce. Una simile analisi è stata condotta anche per la tipologia del reato di estorsione con 638 denunce, generalmente gestito dalle organizzazioni criminali.


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