Trifone Ragone conosceva chi ha ammazzato lui e la sua compagna Teresa Costanza. Dopo dieci giorni di indagini per il duplice omicidio di Pordenone, gli inquirenti sono portati a pensare prettamente (ma tuttora non è escluso nulla) che l’assassino fosse un conoscente, almeno di lui. Mancano tracce di reazione da parte del militare pugliese nell’auto che è stata teatro del duplice omicidio: due colpi di pistola alla testa di lui, tre in testa a Teresa. Potrebbe essere andata così: una chiacchierata di Ragone con l’interlocutore, fuori dall’auto e poi, entrato il militare e sedutosi, in ciabatte uscito dalla palestra, al posto di destra accanto alla fidanzata alla guida, d’improvviso l’esecuzione duplice. E se dovesse essere andata così, allora si tratterebbe di una persona (forse spaventata da una telefonata in quei frangenti, oltretutto) dell’ambiente vicino alla coppia di fidanzati, lui di Adelfia, lei originaria di Agrigento ma molto bene inseriti a Pordenone e anche in altre zone, in Italia e all’estero: in Svizzera, in particolare. Le indagini sono in corso, incessanti, e non riguardano solo il Friuli Venezia Giulia, per l’appunto. Ma non è mica scontato che sia necessario andare troppo lontano, per trovare la verità.
