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Copie pirata di giornali diffuse online, procura di Bari sequestra 19 canali Telegram Editoria

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La pricurdi Bsri ha disposto il sequestro di 19 cansli Telegram. Sono ritenuti veicoli della trasmissione pirata di giornali online, ciò di cui secondo l’inchiesta beneficiano circa due milioni e mezzo di utenti ogni giorno in Italia. In caso di mancata collaborazione di Telegram verrà chiesto ai provider di impedire l’accesso ai canali o al server di messaggistica. Contestazione: “distribuivano, trasmettevano e diffondevano in formato pdf, riviste, giornali e libri dopo aver acquisito illecitamente, mediante accesso abusivo al sistema informatico (o comunque con sottrazione illecita ai legittimi detentori) decine di migliaia di files, a fini di lucro (costituito dalla cessione dei dati personali a fine pubblicitario), immettendoli in decine di canali Telegram, liberamente accessibili al pubblico”. Contestato anche il resto di riciclaggio. Sequestro preventivo d’urgenza disposto dal pm barese Rossi ed eseguito dalla Guardia di finanza nella sede dell’Agcom, Autorità garante per le comunicazioni.

Di seguito un comunicato diffuso dalla Guardia di finanza:

Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari sta dando esecuzione ad un Decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso da questo Ufficio per i reati di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore (L. 633/41) nei confronti di persone in corso di identificazione le quali, in concorso tra loro, introducendosi nei sistemi informatici di numerose società editrici di riviste, giornali e libri protetti da misure di sicurezza, hanno sottratto migliaia di file in formato PDF dei predetti beni tutelati dal diritto di autore, riversandoli illecitamente su numerosi “canali” – almeno 17 individuati sino ad oggi – della piattaforma di messaggistica istantanea denominata “TELEGRAM”, permettendo così una tanto capillare quanto abusiva diffusione in chiaro di migliaia di riviste, giornali e libri. Il contesto giudiziario scaturisce dalla denuncia della Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) presentata lo scorso 10 aprile all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM); l’authority, in particolare, aveva richiesto e auspicato l’intervento dell’Autorità Giudiziaria, per una più incisiva ed auspicabilmente definitiva azione di contrasto al fenomeno della pirateria digitale, alquanto diffuso segnatamente sui social media. Le indagini proseguono per ricostruire l’illecito giro di affari e individuare gli autori del reato nonchè le responsabilità penali delle società coinvolte ai sensi del D.Lgs. 231/2001.


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