La rigorosa Soget, nel 2012, ha sanzionato con 18 euro e qualche spicciolo, un artigiano di Martina Franca. La rigorosa Soget lo ha fatto perché quell’artigiano, che aveva cambiato sede dell’officina, aveva messo un cartello: ci siamo trasferiti ecc. Una violazione, se non paghi l’imposta dovuta per quei ben pochi centimetri quadrati: si paga. Una violazione, avere avvisato del trasferimento per cercare, ad esempio, di non perdere i clienti. La rigorosa Soget ha preso l’iniziativa che in linea di principio è anche giusta, volendo. Ma è venuta fuori, questa iniziativa, proprio ieri, quando un consigliere comunale di Martina Franca, Antonio Fumarola, ne ha parlato durante la seduta consiliare. Proprio ieri: quando, camminando lungo il principale corso cittadino, che è anche il pezzo urbano di una strada statale, si notavano i cartelli affissi dai tifosi del Martina calcio, anche sui pali dei semafori. Quelli sono un intralcio a una componente essenziale della regolamentazione del traffico. Ma non è successo nulla, a quei cartelli. Anche perché quando accadde un paio di settimane fa, narrano i cattivi, il sindaco (o il comandante dei vigili) aveva preso l’iniziativa di farli rimuovere e nel giro di poche ore rientrò tutto, perché meglio i cartelli sui semafori di una contestazione allo stadio. Oddio, viene alla mente anche la foto di quello stretto collaboratore del vicesindaco che la scorsa estate si mise, lui proprio, a piazzare un manifesto abusivo. Ma niente sanzione, in quel caso. Cosa vuoi che sia, il collaboratore del vicesindaco che mette un manifesto abusivo attaccato a un palo al margine della strada. O cosa vuoi che siano le centinaia di cartelli e manifesti abusivi nei muri, ovunque, nel centro urbano (e non di rado, dell’agro). Mica come il gravissimo caso dell’artigiano che ha commesso la violazione di mettere una indicazione “ci siamo trasferiti”. Il rigore a due velocità, a Martina Franca. Ancora una volta.