Donato Pentassuglia, nuovo assessore alla Sanità della Regione Puglia ha un compito di estrema difficoltà, in questo periodo. Infatti è scoppiata la vicenda dell’Asl Bari, la sprecopoli come è stata definita, e la politica deve dare la sua risposta. L’amministrazione regionale pure. Dopo l’ispezione ministeriale, dopo il verbale della Corte dei conti, ci sono 63 cose che non tornano a coloro che chieodno chiarimenti, in una vicenda che sembra rappresentare uno spreco da 50 milioni di euro (pubblici). Un esempio su tutti: viene ipotizzato che i 12,32 euro per le medicazioni, venissero moltiplicati secondo i punti applicati, in tali medicazioni. Eccetera eccetera. Qualora gli sprechi fossero accertati, sarebbe una vicenda inaccettabile per la comunità regionale. Che non ne può accettare, contemporaneamente, un’altra. Che è proprio contemporanea, di questi stessi giorni (e non dimentichiamo la vicenda del trasporto oncologico dell’Asl Taranto).
Non è possibile rimanere in silenzio rispetto al dramma che si vive in una famiglia salentina. Padre sottoposto a 14 operazioni, madre pure ammalata, entrambi hanno il cancro e hanno quattro figli disoccupati. Uno di loro, che non riesce a trovare un lavoro da sei anni, ha scelto (come raccontammo qualche giorno fa) di fare la cavia umana per conto di qualche azienda farmaceutica svizzera. Servono soldi per aiutare i genitori a curarsi. E se non arriva l’occupazione da cavia umana, Andrea si vende un rene. Ecco, questo è insopportabile. La Puglia degli sprechi e delle disparità deve finire. L’assessore regionale alla Sanità, che è lì da un mese, ha un compito enormemente difficile ma faccia una cosa, forse, un po’fuori dagli schemi: inizi ad aiutare quei due genitori malati, trovi il modo di farlo. La comunità regionale non glielo contesterebbe certo. Poi, fatto questo, vada a riprendersi i cinquanta milioni di euro sprecati all’Asl Bari, se dovesse essere accertato uno spreco, e di quella portata. Coraggio, aiuti i deboli e contrasti gli sprechi. Non gli mancherebbe il sostegno della gente.