Di seguito il comunicato diffuso dai carabinieri:
Al termine di un’intensa e rapida attività investigativa avviata a seguito del cruento agguato avvenuto il 22 luglio scorso a Pulsano, nel quale perdeva la vita il 47enne pulsanese Francesco GALEANDRO, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto, del N.O.R. di Manduria e della Sezione di PG hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica jonica nella persona della D.ssa Antonella DE LUCA il 49enne AGOSTA Maurizio, pregiudicato di Pulsano, il 24enne MANDRILLO Vito Nicola, anche lui pulsanese pregiudicato, accusati rispettivamente di concorso nel delitto e il 25enne PERNORIO Giovanni incensurato di Leporano, accusato di favoreggiamento personale e detenzione di armi.
Fin dalle fasi immediatamente successive al fatto di sangue, i militari avevano incentrato la loro attenzione sui soggetti in questione e tali ipotesi investigative trovavano conferma nel tentato omicidio avvenuto in Pulsano il 12 settembre u.s., proprio in danno dell’odierno fermato AGOSTA Maurizio e del nipote Francesco, che accreditava l’ipotesi dell’esistenza di una vera e propria faida in atto a Pulsano, che sarebbe potuta sfociare in una guerra tra gruppi contrapposti. La sera stessa dell’omicidio GALEANDRO, i Carabinieri avevano cercato invano, presso la sua abitazione, proprio MANDRILLO, che risiede a poco più di un centinaio di metri dal luogo dell’agguato. Nei giorni successivi, emergeva inoltre un’attività di ricerca da parte di soggetti vicini al defunto GALEANDRO, incentrata sull’intento di trovare AGOSTA, detto “il biondo” e figure a lui vicine, fra cui MANDRILLO. Questi, in particolare, resosi conto della situazione, iniziava a preoccuparsi ed a temere finanche di essere “spiato” dai rivali, tanto da determinarsi a non vivere più a casa sua, trasferendosi dapprima in un’altra abitazione di Pulsano e poi a Leporano, anche con l’aiuto del PERNORIO, che evidenziava chiaramente di essere al corrente delle responsabilità dell’amico nell’omicidio. Costui continuava infatti a fornirgli supporto, attivando persino utenze telefoniche nuove fornite a MANDRILLO, che evidentemente voleva anche eludere le indagini a suo carico.
Dalle risultanze tecniche sono emerse significative e finanche dure dichiarazioni autoaccusatorie del MANDRILLO inerenti all’azione di fuoco nei confronti del GALEANDRO. Significative anche le captazioni a carico dei soggetti dopo l’agguato ad AGOSTA, a seguito del quale il MANDRILLO convocava nervosamente PERNORIO ordinandogli di portare una pistola e sottolineando che si sarebbero mossi in motocicletta, con verosimile riferimento all’idea di rispondere subito all’agguato con un’azione di fuoco.
Lo stesso MANDRILLO, in alcune captazioni, mette in risalto in maniera non equivoca la sua vicinanza ad AGOSTA Maurizio, che ritiene vittima del fuoco avversario proprio come risposta all’omicidio GALEANDRO e di cui accredita quindi l’idea di vendicare il proprio ferimento. Un ferimento che non è riuscito a diventare omicidio per l’incapacità degli avversari che MANDRILLO deride apertamente, evidenziando di contro che l’AGOSTA “ha la malavita in testa” poiché a Pulsano vuole avere le mani su tutto, dalle sostanze stupefacenti alle slot machines, indicandolo chiaramente come suo capo.
In questa vicenda, come detto, anche il 25enne incensurato PERNORIO Giovanni, che in un primo momento si mostra solo solidale con l’amico coetaneo, ospitandolo dopo l’evento delittuoso per sottrarlo ad eventuali accertamenti tecnici quali il “guanto di paraffina”, ha un ruolo di rilievo. Lo stesso, proprio perché incensurato e potenzialmente lontano da ogni attenzione da parte degli inquirenti, viene incaricato di delicate incombenze riferibili alla detenzione di armi e veicoli.
Nel corso delle perquisizioni odierne, i Carabinieri hanno rinvenuto, a casa di MANDRILLO 7 grammi di cocaina e 9 colpi cal. 7,65 parabellum. Inoltre, in un’area rurale di Pulsano è stata rinvenuta una pistola semiautomatica marca Bernardelli con matricola abrasa dello stesso calibro con caricatore e X colpi, su cui saranno effettuati accertamenti intesi a verificarne la riconducibilità ai fermati che sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Taranto a disposizione del PM, dott.ssa Antonella DE LUCA, in attesa della richiesta di convalida del fermo al Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto.