Di Nino Sangerardi:
“Si va innanzi al Consiglio di Stato”. E’ quanto deciso dalla Giunta regionale stante l’ordinanza del Tar Lazio che ha respinto la domanda dei vertici politici pugliesi,e in adiuvandum la Provincia di Brindisi, di annullamento della delibera di approvazione della graduatoria stilata dall’Enea. Quest’ultima ha individuato nel Centro ricerche Enea di Frascati la sede in cui ospitare il progetto,da cinquecento milioni di euro, e la struttura “Diverter Tokamak Test Facility(DDT)” : centro di eccellenza internazionale sulla fusione nucleare.
I giudici amministrativi scrivono che il ricorso “ non è assistito da apprezzabili profili di fumus bonis iuris(ovvero non presenta sufficienti presupposti per l’adozione della sospensione dell’atto impugnato,ndr)”.
Di conseguenza la Regione chiede al Consiglio di Stato di azzerare quanto deciso dal Tar perché “erroneo,illogico e gravemente lesivo degli interessi pubblici sottesi”, e l’accordo/convenzione eventualmente stipulati tra Enea e Regione Lazio.
Enea è l’ agenzia nazionale per le nuove tecnologie,energia e crescita economica sostenibile,vigilata dal Ministero dello sviluppo economico,143 milioni di euro il contributo ordinario impegnato dallo Stato,ubicata in Roma,presidente Federico Testa e consiglieri di amministrazione Mauro Libè e Alessandro Lanza.
Il programma scientifico e industriale ideato da Enea in collaborazione con Cnr e Infn e Consorzio Rtx– al centro della lite giudiziaria– prevede un ritorno economico sul territorio di 2 miliardi di euro e assunzione di 1500 persone e farà da collegamento tra due progetti globali : Iter(international thermonuclear experimental reactor)reattore a fusione nucleare da 20 miliardi di euro in costruzione nel sud della Francia frutto della collaborazione di 35 Paesi, e Demo reattore che dopo il 2050 dovrà immettere in rete energia elettrica da fusione nucleare.
Alla gara hanno partecipato le Regioni Abruzzo,Campania,Emilia Romagna con un sito in tandem con Toscana,Lazio,Liguria con due siti,Puglia,Piemonte e Veneto.
Tra i requisiti essenziali richiesti un’area di 4-6 ettari,compatibilità con il Piano regolatore generale,certificazioni ambientali,presenza di infrastrutture e zone industriali.
Nel documento stilato dalla Commissione giudicatrice si legge che “ la Cittadella della Ricerca di Brindisi è idonea ad accogliere il Polo di ricerca sulla fusione nucleare,detiene due immobili che possono essere utilizzati come uffici mentre il complesso degli edifici tecnici andrà realizzato su una superficie che alla stato attuale dei luoghi si presenta come green field.La Regione Puglia assicura un finanziamento aggiuntivo,rispetto a quello minimo richiesto di 25 milioni di euro,di 5 milioni”.
Dopo aver analizzato tutte le proposte i commissari si soffermano sulle zone di Manoppello,Brindisi e Frascati.
In merito al punteggio del primo ha influito il contributo economico di 40 milioni di euro,il secondo “ è molto ben strutturato e possiede le infrastrutture necessarie”,il terzo ha una dotazione di “uffici superiore agli altri e grazie all’impegno finanziario,che la Regione si è dichiarata disposta a sostenere,è risultato quello più rispondente al bando”.
Ed ecco la classifica finale delle nove località candidate :
-Centro ricerche Enea Frascati 213,49 punti
-Cittadella della Ricerca Brindisi 209,50
-Manoppello Pescara 208,06
-Brasimone Bologna 197,82
-Casale Monferrato Alessandria 185
-Capitolo San Matteo Salerno 182,4
-Porto Marghera Venezia 181,51
-Ferrania Savona 180,46
-La Spezia 170,7.
Aspettando il verdetto del Consiglio di Stato.