Il sud zavorra d’Italia. O anche: sud, bollettino di guerra (ne parliamo più avanti). Il rapporto Svimez, i cui dati erano stati anticipati nei giorni scorsi e sono stati diffusamente spiegati oggi, non ammette giri di parole. Prodotto interno lordo, ovvero ricchezza del territorio: -1,5 per cento su base annua, il che condiziona la media nazionale facendola arrivare a -0,4 per cento. Se fosse solo per il nord, il segno sarebbe più.
Natalità: siamo ai livelli del 1918. Cioè bisogna tornare ai tempi della prima guerra mondiale, per registrare in riferimento al meridione d’Italia un simile tasso di natalità. Più morti che bimbi venuti al mondo. Con l’Italia unita si è verificato solo due volte: nel 1918 come si è detto, nel 1867. Cioè, in anni in cui erano appena terminate guerre.
Ancora: consumi in calo del 2,4 per cento; investimenti, -5,2 per cento. Lavoro: al sud, l’anno scorso, il calo è stato del 3,8 per cento. Esportazioni: -0,6 per cento. Tra il 2008 e l’anno scorso, i redditi al meridione sono crollati del 15 per cento e si sono persi circa ottocentomila posti di lavoro.