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Spioni, l’inchiesta con pugliesi indagati: accusa, anche contatti con mafie e servizi segreti Direzione distrettuale antimafia di Milano

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Secondo gli inquirenti era a rischio la sicurezza del sistema democratico. Perfino l’email del presidente della Repubblica clonata, stando all’accusa. Vertici dello Stato ma anche varie aziende nonché giornalisti ed altri ancora. L’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano fa emergere il (presunto) gigantesco commercio di dati sensibili, attinti da siti istituzionali e ad alto profilo di sicurezza. Anche alcuni pugliesi componenti delle forze dell’ordine fra gli indagati ed ora gravati da misure interdittive: un poliziotto originario del brindisino, un militare della Guardia di finanza in servizio alla direzione distrettuale antimafia di Lecce. Tutto ruota, secondo l’accusa, attorno all’agenzia investigativa “Equalize” diretta da un ex poliziotto. Ricatto, estorsione nei migliori dei casi, ipotizza la presidente del Consiglio ma non sarebbe da sottovalutare l’ipotesi di eversione per i casi più gravi. L’operazione dei carabinieri di Varese, risalente a venerdì, ha portato a quattro arresti ai domiciliari, a due misure interdittive (quelle riguardanti i pugliesi appunto) e settanta indagati complessivamente.

 

 


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