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Carta d’identità: restano “padre” e “madre” Dicitura

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Di Martino Abbracciavento:

Sulla carta d’identità resterà la dicitura “padre” e “madre”, questo è quanto è stato deciso dal Viminale e dal ministero della Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità.

Nel 2019 un decreto dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva stabilito che sui documenti dei minori ci fosse la dicitura “padre” e “madre”. A metà novembre il Tribunale di Roma aveva accolto il ricorso presentato da due donne, una la madre naturale di una bambina e l’altra nel ruolo di madre adottiva, che chiedevano di poter apporre sul documento della bambina la dicitura generica “genitore”, in sostituzione di “padre” e “madre”.

I giudici in quell’occasione avevano contestato il decreto Salvini sottolineando che: “La carta d’identità è un documento con valore certificativo, destinato a provare l’identità personale del titolare, che deve rappresentare in modo esatto quanto risulta dagli atti dello stato civile di cui certifica il contenuto. Ora, un documento che, sulla base di un atto di nascita dal quale risulta che una minore è figlia di una determinata donna ed è stata adottata da un’altra donna, indichi una delle due donne come “padre”, contiene una rappresentazione alterata, e perciò falsa, della realtà ed integra gli estremi materiali del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atto pubblico (artt. 479 e 480 cod. penale)”.

Ad intervenire sulla questione è stata la ministra della Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, che ha ribadito la posizione del governo sul tema: “Si è fatto tanto rumore per quella decisione, ma si tratta di una sentenza individuale, dunque vale per la singola coppia che ha fatto ricorso. Sulla carta d’identità, rimarrà scritto madre e padre. Le coppie formate da due mamme o due papà, potranno sempre fare ricorso”.


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