Il parlamento riunito in seduta comune, sotto la presidenza di Laura Boldrini (presidente della Camera) è convocato per le 15. Si comincia. Da oggi pomeriggio, ogni momento è buono per l’elezione del dodicesimo presidente della Repubblica italiana. La dodicesima persona perché in realtà siamo al tredicesimo mandato, visto che Giorgio Napolitano è reduce dalla rielezione, unico caso finora nella storia repubblicana. Non si tratta della prima volta che si vota anticipatamente: si dimise, nel 1964, a causa delle condizioni di salute, dopo due anni e mezzo, Antonio Segni, quarto presidente della Repubblica. Si dimise anche Francesco Cossiga ma aveva praticamente terminato il suo mandato.
Per molti parlamentari, quelli di prima nomina, oggi si tratta di un record: nei primi due anni scarsi di carica eleggono due presidenti. La cosa non ha precedenti.
Procedure: da oggi, dunque, si vota. Lo fanno 1009 persone, ovvero i grandi elettori. Sono 630 deputati, 321 senatori fra cui quelli a vita e tra loro c’è proprio Giorgio Napolitano, e 58 rappresentanti delle regioni, tre per ogni consiglio regionale a parte il Molise che esprime un solo grande elettore.
Per eleggere il presidente della Repubblica occorrono 673 voti nei primi tre turni di votazione: cioè, i due terzi dell’assemblea. Dunque fino al turno di domani pomeriggio sarà così. Da sabato mattina, ovvero dal quarto turno, saranno necessari 505 voti, la maggioranza assoluta dei componenti l’assemblea.
Sul piano politico il presidente del Consiglio, nonché segretario del Pd, Matteo Renzi, punta proprio al quarto scrutinio. Il nome proposto ieri a Forza Italia è quello di Sergio Mattarella (foto a sinistra). Ma i giochi sono sempre apertissimi e il vortice delle candidature è in piena azione.