Estate 2015. Marco Vannini, ventenne, fu ucciso mentre era a casa della fidanzata a Ladispoli. In primo grado Antonio Ciontoli, padre della ragazza, fu condannato a 14 anni di reclusione. In appello, pena ridotta a cinque anni. Di seguito un comunicato diffuso da Italia in Comune:
“Uno Stato che consente di uccidere un suo ragazzo senza che di fatto i suoi assassini vengano puniti non è uno Stato di diritto ma è uno Stato in cui la giustizia oramai è morta e le Istituzioni non sono più un riferimento credibile per i cittadini”. Così in una nota il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, commenta la sentenza di Appello del processo per la morte di Marco Vannini, che ribalta tutte le condanne emesse in primo grado.
“Spiace dirlo da uomo delle Istituzioni ma il caso di Marco ha scosso tutta la nostra comunità, per l’evento truce e infame che ha portato alla morte di questo giovane ragazzo. Da sindaco mi sento di dire che oggi provo un senso di vergogna nell’indossare la fascia tricolore in rappresentanza di uno Stato che non tutela i cittadini e che lascia impuniti gli assassini di Marco. Metterò le bandiere della nostra città a lutto e invito i sindaci di tutta Italia a farlo in rispetto di Marco Vannini e dei tantissimi che come lui hanno perso la vita senza che lo Stato italiano gli riconoscesse giustizia”, conclude il sindaco Pascucci.
Lo comunica in una nota il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci.