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Taranto, lavoratori dell’appalto Ilva “come bestie” Filcams-Cgil, "la situazione deve cambiare"

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Di seguito un comunicato diffuso da Filcams-Cgil:
Come bestie. Costretti a tornare a casa con gli abiti sporchi dell’acciaieria, o a cambiarsi dentro un container. Come bestie, senza mensa, senza nessun servizio, costretti ad assistere al ping pong di responsabilità tra l’azienda committente e le aziende appaltatrici. “Lo sciopero non sembra essere servito a nulla” commenta amaro Mauro Palmatè, segretario della Filcams Cgil di Taranto, “se non che tutti fossero messi a conoscenza del problema assurdo che i lavoratori dell’appalto stanno vivendo. Siamo ormai arrivati al ridicolo, perché da una parte si legge che l’ILVA avrebbe già garantito in maniera ‘spontanea’ le soluzioni, mentre dall’altro le aziende dell’indotto continuano a sostenere di non poter provvedere agli spogliatoi e alle mense per la mancanza di aree dedicate in zone protette e sicure”. Il rimpallarsi delle responsabilità sembra quasi concordato, tanto quanto è ridicolo, ma nei fatti, come al solito, a pagarne le conseguenze sono solo i lavoratori e le loro famiglie.
“Chiediamo con forza che tutti gli attori coinvolti intervengano per risolvere la questione, mettendo in campo tutte le risorse necessarie per ridurre al minimo i disagi per i lavoratori, che nonostante tutto” continua Palmatè “perseverano nel loro lavoro con la stessa professionalità e abnegazione dimostrando, i lavoratori, un fortissimo senso di responsabilità. Lo stato di agitazione continuerà e non escludiamo al momento più eclatanti azioni di denuncia”.


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