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Bari: sportello antiviolenza per aiutare le donne a ricominciare a vivere. Roma: 17enne uccisa, cadavere in un carrello della spesa Primo passo del progetto "Second life"

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A Roma, quartiere Primavalle, è stato interrogato in questura il fidanzato di Michelle, la 17enne il cui corpo è stato trovato in un carrello della spesa. Un cittadino si era accorto, nel pomeriggio, di tracce di sangue da un sacco nero che si trovava nel carrello. L’accusa nei confronti del coetaneo della vittima è che l’abbia trucidata per poi lasciare il cadavere nel carrello. Da chiarire il movente.

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Di seguito un comunicato diffuso da Giraffa onlus:

Una seconda opportunità, una seconda vita, la possibilità di ricominciare partendo dalla conquista dell’autonomia economica. Sono questi gli obiettivi del progetto “Second Life”, realizzato con il sostegno di Fondazione con il Sud, da una rete di soggetti che hanno a cuore il benessere e il ben-essere delle donne vittime di violenza.

I numeri parlano chiaro: le richieste d’aiuto sono in continua crescita. Soltanto per quanto riguarda G.I.R.A.F.F.A, nei primi sei mesi del 2023 le chiamate sono state 45 e altrettanto le prese in carico. L’età media delle donne che si sono rivolte al CAV è di 43 anni. Circa la metà hanno figli.

“Second Life” è un progetto che vuole rafforzare le azioni del centro antiviolenza “Paola Labriola” gestito dall’APS G.I.R.A.F.F.A. al fine di far emergere e accompagnare un maggior numero di donne vittime di violenza maschile al recupero della propria autostima, e di avviare un innovativo percorso che lavori sulla violenza economica e sull’inserimento socio-lavorativo anche coinvolgendo il sistema imprenditoriale territoriale, individuando le aziende disponibili all’inserimento, che saranno successivamente certificate con un bollino etico. E’ un progetto che punta al cambiamento culturale a partire dalla condivisione di comuni modalità di accoglienza e linguaggio e di un protocollo che definisca una procedura di azioni condivise.

 

In questo quadro si colloca l’inaugurazione di uno sportello del CAV “Paola Labriola” nella Casa delle donne del Mediterraneo a Bari. Un luogo di salvezza e di riscatto, al quale le donne si possono rivolgere in tutta serenità per denunciare la situazione intollerabile in cui sono costrette a vivere.

Capofila del progetto è l’associazione G.I.R.A.F.F.A. onlus che lavora insieme con i partner Azienda Ospedaliera universitaria Policlinico di Bari, Comune di Bari, I.C. Davanzati-Mastromatteo, IC Japigia 1-Verga, Regione Puglia-Garante dei Diritti del Minore, CREIS- Centro Ricerca per l’innovazione sostenibile, Liceo Scientifico Salvemini, Ordine Psicologi Regione Puglia, Ordine Assistenti sociali Puglia, Ordine giornalisti della Puglia, Roel Odv, Biellebi srl, Università degli Studi di Bari- Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica, Idee aps, Comitato Pari Opportunità degli avvocati di Bari, Laboratoriocom.

 

Lo sportello di piazzetta Sant’Antonio 5 c/o la Casa delle Donne del Mediterraneo seguirà questi orari di apertura: dall’1 giugno al 30 settembre ogni giovedì dalle 17 alle 19. Dall’1 ottobre al 31 maggio ogni giovedì dalle 15 alle 17.

L’altro sportello del CAV Paola Labriola, in via Vico XII Modugno 4 a Palese, è aperto invece il mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30.

 

<<Il nuovo sportello – ha affermato la presidente di G.I.R.A.F.F.A. Maria Pia Vigilante – ha l’obiettivo di allargare lo sguardo sul territorio della Città Metropolitana e offrire alle donne la possibilità di avere una immediata risposta alle proprie necessità di fuoriuscita dalla violenza maschile e di aiutarle in questo percorso sia in termini di assistenza psicologica che legale. Purtroppo le barriere culturali che molte donne vivono hanno delle dirette conseguenze nell’occupazione e sui minori. Basti pensare che, soprattutto al Sud, un bambino su 4 non frequenta l’asilo nido. Il progetto mira quindi a superare questo gap e a inserire alcune donne nel mercato del lavoro non solo perché l’analisi sui Paesi avanzati ci dice che una migliore partecipazione delle donne al lavoro fa aumentare il PIL, ma soprattutto perché la promozione della parità di genere significa sostenere l’uguaglianza e di conseguenza diminuire la violenza il cui humus è racchiuso in maniera considerevole nella disparità uomo/donna. “Second Life” mira a raggiungere l’obiettivo dell’autonomia anche economica delle donne e per fare questo si occuperà anche dei minori sia tramite il progetto Giada per la cosiddetta violenza assistita sia tramite Idee APS, l’associazione che si prenderà in carico le bambine e i bambini che non possono andare all’asilo, per permettere alle mamme di fare un serio inserimento socio lavorativo>>.

 

<<Lo sportello di ascolto presso la Casa delle donne del Mediterraneo – sostiene Uljana Gazidede, presidente della Casa – è il segno tangibile del fatto che la Casa vuole essere un porto sicuro e comunicare alle donne in difficoltà, che c’è una porta alla quale bussare e trovare qualcuno pronto ascoltare ed accogliere. Questo mi rende orgogliosa perché rispecchia in pieno ciò che la casa ai propone: essere punto di riferimento!>>. 

 

<<L’attivazione di un nuovo centro di ascolto – ha detto il procuratore aggiunto Ciro Angelillis – segna un momento di festa per tutti perché i centri di ascolto operano al fronte, in prima linea, nell’attività di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne che è una patologia sociale prima ancora che una questione criminale e quindi non si sconfigge solo con l’azione giudiziaria. Il presidio del territorio da parte dei centri è fondamentale, perché solo la consapevolezza che sia possibile entrare in contatto con le operatrici del centro e ricevere assistenza immediata di ogni tipo, consente alla donna di gestire situazioni critiche endofamiliari senza fatalismi, anche prima che superino la soglia della lite violenta; e anche perché simbolicamente richiama la società civile – che si limita a manifestare sdegno e indignazione in occasione dell’episodio efferato ma che, in generale, rimane indolente verso un fenomeno che considera estraneo – al dovere di formare un fronte compatto permanente>>.

 

“Second Life” potenzia i servizi del CAV per favorire l’emersione della violenza – specie quella domestica –  con modalità innovative quali il teatro e un progetto fotografico sulla violenza economica: <<Questo progetto sottolinea l’Impegno di Fondazione con il Sud sui temi della violenza sulle donne, una di quelle azioni su cui Fondazione con il Sud è significativamente impegnata- ha dichiarato Stefano Consiglio, presidente Fondazione con il Sud – Nel 2022 sono stati avviati diversi progetti in tutto il Mezzogiorno d’Italia per poter contrastare, con il supporto di tutti i soggetti locali, la violenza che coinvolge ufficialmente almeno il 30 per cento delle donne, ma probabilmente il dato è sottostimato. Il progetto “Second Life” vanta lo strumento dell’arte come mezzo per poter raggiungere le donne vittima di violenza e i minori. Un altro elemento particolarmente significativo è quello dell’impegno per l’inserimento lavorativo che rappresenta un elemento cruciale per dare un supporto concreto alle donne vittima di violenza >>.

 

Obiettivo di “Second Life” è anche la formazione perché l’utilizzo di un linguaggio coerente ed omogeneo, ad esempio, l’educazione alla parità di genere, evita che la donna possa essere sottoposta a vittimizzazione secondaria.

<<CREIS ha aderito subito al Progetto Second life con entusiasmo e grande consapevolezza. Il progetto è infatti bellissimo e complesso – Serenella Molendini, presidente di CREIS centro ricerca europea per l’innovazione sostenibile – e cercherà davvero di operare un cambiamento culturale partendo dalle donne, dalla scuola fino alla più ampia comunità. Abbiamo la necessità che le donne siano ascoltate ed accolte e certamente l’apertura dello sportello presso la Casa delle donne del mediterraneo andrà proprio in questa direzione. CREIS è partner del progetto è si occuperà della valutazione di impatto sociale ovvero di valutare se il cambiamento alla fine del progetto ci sarà>>.

 

<<L’Università di Bari Aldo Moro è da tempo impegnata sul fronte di un’educazione permanente contro la violenza di genere in tutte le sue forme. Per questa ragione – ha dichiarato Francesca R. Recchia Luciani, responsabile della linea d’azione sulle questioni di genere UniBA – il Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica ha aderito con convinzione al progetto Second life, con compiti di monitoraggio e valutazione, proprio per attivare quel confronto necessario e virtuoso tra le agenzie territoriali interessate a offrire percorsi di fuoriuscita dalla violenza. L’articolazione di questo progetto è, a parere di chi guarda ad esso con gli occhi della ricerca, una straordinaria occasione per offrire plurime possibilità di incontro alle donne e ai soggetti che cercano di sfuggire a relazioni tossiche con chi possa sostenerle. Anche lo sportello appena attivato va in questa direzione, ed è per questo che auguriamo con convinzione a Second life il migliore successo>>.

 


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