Salvato grazie all’immunità parlamentare. Se Antonio Azzollini non fosse senatore, sarebbe ai domiciliari (come chiesto dalla procura di Trani) da diverse settimane.
Invece l’aula del Senato ha detto no alla misura cautelare e Antonio Azzollini, senatore di Molfetta, resta a piede libero. Azzollini è fra gli indagati per il crac delle Case divina provvidenza, strutture che si trovano fra Bisceglie, Foggia e Potenza. Un crac da cinquecento milioni di euro circa. La giunta per le immunità del Senato, presieduta dal salentino Dario Stefàno, aveva dato il suo assenso ai domiciliari, l’aula ha detto no. Primo commento di Azzollini: determinante la conoscenza degli atti. Il voto: 189 contro l’arresto, 96 a favore, 17 astenuti. In pratica molti senatori del gruppo Pd, gruppo che ha la maggioranza relativa, hanno interpretato quel voto “secondo coscienza” indicato dal capogruppo Luigi Zanda, come un no all’arresto. Per i domiciliari ad Azzollini (che è del gruppo Area popolare, Ncd) hanno votato Sel, M5S, Lega e la minoranza del partito democratico.