Prima ha criticato l’iniziativa del ministro, poi è uscito un comunicato attribuito anche a lui per la partecipazione al confronto di domani. Ora Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto, dice che non sarà all’incontro indetto dal ministro Di Maio, tema l’Ilva.
Di seguito il testo della nota a firma di Rinaldo Melucci:
“La risposta del Ministro Di Maio alle preoccupazioni e sollecitazioni delle Istituzioni locali è giunta inequivocabile. Poco dopo le 21:30 di sabato l’invito al tavolo Ilva del 30 luglio è stato revisionato, non integrandolo magari coi parlamentari ionici, ma estendendolo addirittura ad una serie di sigle pseudo associative e comitati, tra i quali si rinvengono quelle delle aggressioni in Prefettura nel giorno dell’ultimo tragico incidente nello stabilimento, sigle dunque spesso inclini al dileggio delle Istituzioni, sigle che hanno parte della responsabilità di aver lacerato la comunità ionica in questi anni. Il Ministro ha perciò scelto i suoi interlocutori e ha tracciato definitivamente la linea dei lavori, contro ogni nostro ulteriore possibilismo. Il Comune di Taranto non parteciperà a nuove iniziative in questa forma. L’Azienda e i Commissari sanno dove trovare il Sindaco quando la legge della Repubblica Italiana prevederà il suo coinvolgimento. L’Amministrazione del Civico Ente non si presterà a questo dilettantismo spaccone, che il Ministro Di Maio ci spaccerà sicuramente per trasparenza e democrazia, ma in realtà è solo una sceneggiatura ben congegnata per coprire il vuoto di proposte e di coraggio.
Volendo fare del sarcasmo si potrebbe dire che ci sono il pomeriggio, la sera, la notte e anche il primo mattino di domani, per cambiare annuncio un altro paio di volte almeno. Ma non è il caso del sarcasmo. Le critiche di Melucci sono aperte, nei confronti di Di Maio. Probabilmente condivisibili, perché qua va detta una parola di chiarezza. Basta con iniziative che sono tutto e il contrario di tutto. Però: un banale proverbio, gli assenti hanno sempre torto. E che sia assente il sindaco della città che nel caso-Ilva ha un problema esiziale, fa perdere alla città l’occasione di dire in faccia, ai 62 attorno a quel tavolo e, fondamentalmente, all’Italia, che Taranto si è rotta le scatole.