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Reddito di cittadinanza: sospensione per 169mila beneficiari in Italia, avvisati dall’Inps con sms Protesta a Napoli. Ideona nell'ideona, farlo finire il mese di ferragosto. Nei prossimi mesi altre decine di migliaia di sospensioni

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Circa 169mila beneficiari del reddito di cittadinanza hanno ricevuto, ieri, un sms dall’Inps. Dall’1 agosto il reddito, per queste persone, è sospeso, ai sensi della nuova norma voluta dal governo in carica.

Si tratta di nuclei familiari considerati “occupabili” ovvero non comprendenti disabili, minori oppure ultrasessantacinquenni. come prevede la nuova normativa. La legge di bilancio 2023 ha fissato per queste tipologie di beneficiari il limite di sette mesi per fruire del sussidio. Dunque, altri beneficiari si vedranno recapitare l’sms dell’Inps l’1 settembre, altre ancora l’1 ottobre e via discorrendo, alla scadenza dei rispettivi sette mesi.

Per gli occupabili è previsto un nuovo strumento da settembre in virtù del dl lavoro: 350 euro al massimo per dodici mesi, con partecipazione a corsi formativi. Circa novantamila beneficiari, stando alle prospettive, saranno presi in carico dagli uffici per l’impiego.

Il sud Italia è la zona del Paese su cui maggiormente grava lo stop al reddito di cittadinanza e nel sud, Napoli ieri si è fatta sentire. I destinatari del messaggio dell’Inps hanno preso d’assalto, ieri, la sede del capoluogo partenopeo dell’istituto nazionale di previdenza sociale.

Ideona far finire il reddito di cittadinanza, i veri poveri chissà come faranno. Ideona nell’ideona, farlo finire il mese di ferragosto. Del resto, chi guadagna cinquecento euro al giorno, perché dovrebbe capire come se la passa chi non arriva a cinquecento euro al mese. Quando va bene, perché c’è anche chi deve vedersela con zero.

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Di seguito un comunicato diffuso da Marco Lacarra, parlamentare:

«I poveri e i più deboli sono il Problema del nostro Paese. È questo il messaggio che il Governo Meloni ha inviato oggi con l’sms arrivato a 169mila famiglie che annuncia loro che devono dire addio al sostegno avuto grazie al reddito di cittadinanza. Famiglie che grazie a questo aiuto sono riuscite a risollevarsi e a sopravvivere (non vivere) oggi piombano nell’incertezza, perché è solo colpa loro se non hanno un lavoro, è solo colpa loro se sono in difficoltà, è solo colpa loro se hanno bisogno di aiuto. Sono loro che non vogliono fare nulla e preferiscono stare a casa sul divano. È davvero questo il messaggio che vogliamo dare ai cittadini e al Paese? È davvero questa la politica in Italia oggi? Invece di fare la lotta all’evasione, al lavoro nero, al lavoro povero, invece di approvare il salario minimo si incolpano i più deboli dei problemi del Paese. Noi non ci stiamo. Lotteremo con tutte le nostre forze contro un Governo che lancia al mondo questo messaggio, saremo sempre dalla parte dei più deboli e non possiamo e non dobbiamo dare loro colpe che non hanno in alcun modo». Così il deputato barese del Pd Marco Lacarra.

 

 

 

 

 

 

 

 


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