Nel decreto fiscale una norma fa riferimento al taglio delle pensioni per pensionati di guerra e perseguitati. Per motivi politici e razziali. Taglio con effetto immediato al fondo istituito presso il ministero dell’Economia. Ciò secondo l’Unione delle comunità ebraiche in Italia.
Sarebbe una norma inaccettabile per recuperare 50 milioni di euro. Tanto più inaccettabile se si pensi che solo qualche settimana fa è stato commemorato il rastrellamento del ghetto ebraico di Roma e che quest’anno è un anniversario “pesante”, l’ottantesimo, del varo delle leggi razziali da parte del governo fascista.
Il governo deve porre rimedio all’inqualificabile scelta operata, denunciata dall’Ucei, unione comunità ebraiche italiane. Altrimenti sarà stato un preciso e grave atto politico.
“Nessuna riduzione delle pensioni di guerra, ne’ dei vitalizi ai perseguitati politici e razziali. I titolari degli assegni non subiranno alcuna decurtazione. Quanto riportato da alcuni organi di stampa e’ pertanto privo di fondamento”. Lo riferisce il ministero dell’Economia e delle Finanze, citato dall’agenzia Dire.