Una “condanna a morte” arrivata senza preavviso e senza prima tentare la strada del dialogo con le istituzioni. Il provvedimento di decadenza della concessione demaniale piombato come una scure sul Samsara, secondo i suoi legali Andrea Sticchi Damiani e Danilo Lorenzo, è il frutto di un “vulnus giuridico” e della “poca chiarezza delle normative vigenti che suggeriscono interpretazioni contrastanti”. A ciò si aggiunge la “chiusura” da parte del Comune che ha avviato l’iter di decadenza senza tentare la strada della mediazione.
“Il Samsara non è una discoteca, è un lido a tutti gli effetti che funziona tutto l’anno e da lavoro a centinaia di persone”- si difendono David Cicchella e Rocco Greco, titolari del lido più famoso di Baia Verde – “Abbiamo oltre 50 convenzioni con strutture del comparto turistico salentino e in questi anni abbiamo creato un brand che porta ricchezza al territorio e siamo attivi in decine di attività sociali e benefiche”. Il nodo della controversia, partita con un verbale della Guardia Costiera ad inzio luglio riguarda i “beach party”: le feste in spiaggia che attirano al Samsara migliaia di giovani, per i militari della Capitaneria trasformano la battigia in una discoteca a cielo aperto perchè rendono di fatto le attrezzature del lido inutilizzabili e violano, così, le regole per l’uso del demanio. Non è così secondo il punto di vista dell’avvocato Lorenzo che difende la società: “Durante gli eventi musicali l’attività del lido continua: si affittano lettini e i bagnini fanno il loro lavoro. Poi alle 20 si spegne tutto, come previsto dalla norma contenuta nell’ordinanza balneare della Regione Puglia”. “E’ un copione che si ripete da circa dieci anni. E allora cosa è accaduto quest’estate?” si chiede Rocco Greco che ricorda che in passato sono stati organizzati eventi in spiaggia in collaborazione con lo stesso Comune di Gallipoli. “E’ un attacco all’intera categoria degli imprenditori balneari”- accusa Mauro Della Valle, presidente di Federbalneari che si augura che questa vicenda possa dare “una spinta a chiarire una volta per tutte il quadro normativo senza tagliare le gambe alla naturale evoluzione del lido balneare e aiutare gli imprenditori che decidono di investire in formule innovative”.
Alla conferenza stampa di questa mattina hanno preso parte anche alcuni imprenditori gallipolini: titolari di alberghi, bar e altre attività convenzionate con il Samsara e non solo. Particolarmente dura la presa di posizione del titolare del Gondar, baricentro della movida estiva gallipolina coinvolto in passato in altre vicende giudiziarie: “E’ un accanimento” ha detto – noi vorremmo solo lavorare nella legalità e il Comune farebbe bene ad essere al nostro fianco senza fare doppio gioco concedendo autorizzazioni per poi fare un passo indietro davanti agli accertamenti di istituzioni esterne”.
“Se si mette in discussione il modello Samsara, si danneggia l’intero comparto turistico di Gallipoli e dell’intero Salento- ha commentato il giornalista Enrico Paolini – i giovani andranno altrove a passare le vacanze”. Per ora, ha chiarito l’avvocato Sticchi Damiani è stato depositato il ricorso al Tar contro il provvedimento del Comune con la richiesta di sospensiva per l’obbligo di sgombero: per conoscere la decisione si dovrà attendere febbraio. “Speriamo che parallelamente al percorso giudiziario si avvi un dialogo costruttivo con le istituzioni per trovare una soluzione condivisa”- ha concluso. (leccesette.it)