“Ho deciso che congeleremo il negoziato sull’Ilva aspettando la decisione del Tar di Lecce sull’impugnativa del governatore della regione Puglia, Emiliano, e del Comune di Taranto”. Lo ha detto Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, ad un’assemblea Cgil. Invece Marco Bentivogli, leader Fim-Cisl, ritiene la prospettiva di danni irreparabili per lavoratori e ambiente a causa dell’atto “irresponsabile e grave” di Michele Emiliano.
Di seguito il comunicato congiunto Fim Cisl-Uilm Uil:
Cogliamo con disappunto e stupore la scelta del Governatore di ricorrere al TAR sul
DPCM 2017 che di fatto allunga i tempi del risanamento e del rilancio del sito di
Taranto, compresa la copertura dei parchi minerali che, chiesta a gran voce da tutti,
rinviata più volte nella sua realizzazione, avrebbe visto a Gennaio 2018 l’avvio della
sua esecuzione.
Il ricorso si trasforma nel concreto rischio che salti l’unica strada per il risanamento
ambientale dello stabilimento che di fatto aveva realizzato passi in avanti per l’avvio
delle opere.
Un rimpallo che sa di propaganda elettorale e che ci lascia grandi dubbi se il fine del
ricorso sia realmente il bene della collettività.
La conseguente sospensione del negoziato annunciata dal Ministro Calenda
produrrebbe un ritardo ulteriore non solo nelle opere di bonifica ma anche di
ripartenza di impianti fermi da anni i cui lavoratori patiscono in prima persona il peso
degli ammortizzatori sociali ai quali si potrebbero aggiungere altri impianti oramai
allo stremo per i ritardi nelle manutenzioni e negli approvvigionamenti.
Invitiamo il Governatore Emiliano, tutta la Regione Puglia ed il sindaco di Taranto ad
un atteggiamento costruttivo realmente mirato, se l’obiettivo è davvero il bene dei
lavoratori e della città, all’unità di intenti, ognuno nelle proprie responsabilità,
rendendoci disponibili ad un confronto con le segreterie e le rsu che riteniamo
oramai inevitabile ed urgente.