Il pensiero, e il terrore, sono andati subito al 23 novembre 1980, al terremoto che devastò l’Irpinia, la Campania, buona parte del sud. Era domenica anche allora.
Oggi, epicentro un po’più su, nella zona settentrionale della Campania. Per ora si parla solo di enorme paura da parte della gente. E speriamo che tali rimangano le notizie.
La prima segnalazione giunta dall’istituto di geofisica e vulcanologia risale alle 18,03 odierne e fa riferimento a una scossa di magnitudo 2,7 a una profondità di circa undici chilometri, con epicentro nella zona del Matese. Aggiornata la situazione, si parla di magnitudo 4,9 sempre con epicentro fra il casertano e il beneventano, zona del Matese, a dieci chilometri e mezzo di profondità. Dunque, un “avvertimento” cinque minuti prima del terremoto più forte. Alle 18,14 nuova segnalazione, stesso epicentro e ancora di magnitudo 2,7 ma con profondità di 24,7 chilometri.
La notte scorsa, fra Irpinia e Sannio si erano registrate scosse di magnitudo 2,4 e 2,6.
In varie zone della Campania, come il beneventano e l’avellinese, il sisma è stato avvertito maggiormente, soprattutto nelle abitazioni ai piani alti degli edifici, e in questo tardo pomeriggio dell’ultima domenica dell’anno, molta gente è scesa in strada, in preda alla paura. Anche in Molise e, notizia degli ultimi minuti, in varie zone dell’Abruzzo colpite dal terremoto di quattro anni e mezzo fa, come Sulmona, si è avvertito il sisma odierno. Anche in Ciociaria (siamo dunque nel Lazio) la principale delle tre scosse di terremoto è stata percepita.
In questo periodo tremano, in Italia, molte zone già gravate nei decenni scorsi da terremoti anche devastanti: l’Umbria, Messina, ad esempio.
(immagine: fonte ansa.it)