Taranto, Ilva: dopo la conferma del sequestro senza facoltà d’uso dell’altoforno 2, la prospettiva è quella dello stop totale al siderurgico. Si era detto, sin dai giorni scorsi, da parte di azienda e sindacati, che non sarebbe stato possibile andare avanti con un solo altoforno in funzione, il 4: per ragioni di sicurezza, soprattutto. Le prossime ore saranno quelle di una valutazione comune, azienda-sindacati, per valutare il da farsi. L’Ilva aveva già preannunciato che in caso di convalida del sequestro dell’altoforno 2 avrebbe presentato un ricorso.
Porto e aeroporto. Per il porto di Taranto, oggi il consiglio di amministrazione del comitato portuale che dovrà decidere di revocare la concessione a Taranto container terminal, messa in liquidazione dai soci. C’è in ballo il destino lavorativo di 570 persone, oltre alle prospettive complessive di sviluppo della portualità tarantina, essenziale per il territorio. A questo riguardo, urge trovare un altro soggetto che possa gestire l’attività in luogo di Tct. In questo senso è anche impegnato il governo.
Aeroporto: quello di Grottaglie. Di seguito, di Vito Piepoli:
Le associazioni di cittadini di Taranto che si battono per il completo utilizzo dello scalo ionico aeroportuale di Grottaglie, si legge in una nota stampa, non abbasseranno la guardia, fino a che la nebbia che ha volutamente avvolto una delle maggiori e più sicure piste d’Italia, si diraderà completamente.
Si tratta del Movimento Taranto Diritto di volare coordinato da Alfredo Luigi Conti, del Movimento Aeroporto Magna Grecia coordinato da Walter G. Fischetti, del Movimento Benvenuti a Taranto coordinato da Giacomo Lanzafame, dell’ Aps Progentes presieduto da Cinzia Amorosino, dell’Aps Puglia Internazionale presieduto da Stefania Bellanova, dell’Associazione Filovita presieduta da Claudia F. Vitale e dell’Aps Paolo Zayd costruttori di pace presieduta da Michele Damiano.
Tutti questi movimenti ed associazioni ritengono che senza retorica e alla luce degli ultimi cambiamenti ai vertici dell’amministrazione regionale pugliese e dei processi in itinere, ci siano tutte le premesse affinché l’aeroporto Arlotta di Grottaglie, è il caso di dirsi, possa spiccare finalmente il volo.
Detto ciò, però, ritengono indispensabile, fondamentale e strategico che il futuro assessore regionale con delega ai Trasporti, esca dalle logiche dei partiti e degli eletti perché trattasi di un Assessorato strategico non solo per il rilancio di Taranto, ma della stessa Puglia che annaspa anche nelle restanti realtà.
Invitano, pertanto, il neo governatore, Michele Emiliano, a scegliere liberamente e dalla società civile e associazionistica, personalità capaci di unire e mettere realmente a sistema tutte le infrastrutture a partire dalla provincia di Taranto.
A questo punto affermano chiaramente che non vogliono un Loizzo, o un Minervini e neanche un Giannini bis, i quali hanno ridotto i trasporti pugliesi, in particolar modo quelli ionici, in una situazione irreversibile di non ritorno.
Pertanto desiderano espressamente e fermamente che venga scelto un cittadino di Taranto affinché costui non avrà difficoltà a riconoscere che Taranto è una città “isolata” e sfruttata per logiche molto più alte del suo territorio. Città alla quale sono stati sottratti i collegamenti ferroviari, passati e futuri, il porto (monopolizzato dall’industria pesante) mai utilizzato come terminal per navi turistiche, i collegamenti stradali che risultano scarsi e ridotti e per finire l’aeroporto classificato ahimè, solo come “industriale” e “airport test bed” .
Infine, chiedono al neoeletto presidente della Regione Puglia, Emiliano, col ricordano di aver avuto un cordiale e proficuo incontro pochi giorni prima delle elezioni, di mantenere la sua promessa di rincontrarli a breve, appena i suoi impegni lo consentano, al fine di esporre i loro suggerimenti sulla questione del riavvio dell’ aeroporto di Grottaglie ai voli passeggeri di linea (così come da lui chiesto) e di ascoltare nell’occasione i suoi proponimenti.
L’immagine di Taranto non può essere lasciata nelle mani di chi fino ad oggi, l’ ha marginalizzata, privandola della possibilità di competere sul mercato dell’offerta trasportistica al massimo delle sue potenzialità.