Sessantadue rappresentanze convocate per stamani al ministero dello Sviluppo economico. Uno di fronte all’altro i compratori, i sindacati, i governatori delle regioni in cui si trovano gli stabilimenti, i sindaci, i rappresentanti delle associazioni. Degli organismi di tutela. I commissari. Naturalmente, il ministro. Per un megaincontro sul tema-Ilva.
Il ministro Di Maio che contemporaneamente fa questo, parla con Arcelilor Mittal e avvia una procedura finalizzata forse ad annullare l’assegnazione ad Arcelor Mittal, sta però iniziando a stufare vari attori della vicenda. Il sindaco di Taranto oggi non si presenta a Roma definendo una sceneggiata il vertice, c’è solo da portare avanti la.procedura fin qui seguita. Per motivi opposti a quelli di Melucci varie associazioni tarantine se la prendono con Di Maio parlando di tradimento del mandato elettorale: bi abbiamo mandato lì, con tutti quei voti, per chiudere l’Ilva e ci troviamo un chiaro tentativo di non chiuderla.
Oggi il megaincontro: che sta bene al governatore pugliese (qui documenta di avere preso il treno all’alba). Ma che è criticato da sindacati, presidente della Provincia di Taranto e altri sindaci dell’area di crisi ionica. Industriali.
Un vertice che per Di Maio perché è parecchio scivoloso. Il tempo delle chiacchiere è finito. Dopo avere accusato apertamente i predecessori, i detentori attuati del potere devono capire che.la campagna elettorale è finita e, probabilmente, anche la luna di miele con Taranto. Che si è stufata delle.perdite di tempo. Decidere. Qualcuno, inevitabilmente, sarà scontento, in un territorio in cui il dilemma o mangi o respiri non è stato risolto manco da chi c’è ora, a governare. Decidere. Non c’è più tempo per vertici, chiacchiere e proclami. Faccia vedere cosa sa fare, il ministro.