La matassa è ancora ingarbugliata. Molto. Perché la figura del morto nell’attentato, la figura-chiave di questa vicenda, rischia di essere di triplice valenza. E deve portare a un perché: ciò che vede impegnati dalla notte i carabinieri di Francavilla Fontana.
Il morto è Antonio Rizzo, 28 anni, padre di due bambini. Rimasto bloccato nel negozio “Pinkopallino” di via San Francesco 311, dopo averlo cosparso di liquido infiammabile e, da lui stesso (si dà quasi per certo) infiammato, e che secondo altre versioni aveva la bomba in mano quando è esplosa. Dunque, Rizzo è morto nel negozio, intorno all’una e un quarto di notte, mentre compiva l’attentato. Un’esplosione udita a chilometri di distanza, un’esplosione tale da provocare anche lo sgombero della palazzina (sei famiglie).
Senonché, hanno appurato i carabinieri, Antonio Rizzo era anche il compagno della proprietaria del negozio. Vittima, complevole e compagno, Antonio Rizzo. Un puzzle complicatissimo da mettere insieme. E sullo sfondo di tutto ciò: perché?
Non è esclusa, fra le ipotesi, quella della tentata truffa all’assicurazione. Un ventisettenne, Saverio Candita, complice della vittima, è stato arrestato. Trovato in casa, a Torre Canne, a letto: volto e braccia ustionati e fasciati. Un altro complice è indagato e sta fornendo indicazioni agli inquirenti.