Quello del contenzioso per incidenti o per vertenze di entità minore è un capitolo abbastanza problematico dell’amministrazione comunale di Martina Franca.
Il caso che raccontiamo in questa sede riguarda le lampade votive, oggi riaccese, al cimitero. In passato una cittadina intentò una causa al Comune, per interruzione del servizio di lampade votive. Sentenza 1327/2012: la signora ha ragione e ha diritto a venire risarcita della somma di 18 euro. In più il Comune deve pagare spese varie e così il totale del costo sopportato dalla comunità, per un contenzioso da 18 euro, diventa di 791 euro e 26 centesimi.
Il Comune ha poi deliberato per la liquidazione di quella somma derivante da sentenza. Ma è da rimarcare che nel parere del 4 luglio scorso, l’organo di revisione contabile descrisse, a parte la necessità di trovare un freno al moltiplicarsi di cause per danni fisici (quella sola volta le sentenze equivalevano a oltre 63 mila euro di spesa) anche che “è impensabile che un danno di sorta capitale di appena 18,00 euro si traduca in un esborso per l’ente pari a 791,26 euro così com’è avvenuto con la sentenza n. 1327/2012”.
Premesso che nessuno immagini di prendersela con l’ufficio contenzioso che fa di tutto e di più, come si fa la gestione amministrativa del contenzioso comunale di Martina Franca? Il responsabile amministrativo del contenzioso comunale spende così i soldi a casa sua? Se sì, continui a spenderseli a casa sua e sono problemi suoi. Ma questi 791,26 euro spesi per pagarne 18 sono dei cittadini martinesi. Tutti. Ragionamento che vale per chiunque, dell’amministrazione pubblica, succedendosi in quel ruolo nel tempo, abbia fatto giungere la comunità a spendere quasi 800 euro per una vicenda che non ne valeva 20.
Agostino Quero
