Il rapporto presentato dall’Anci, associazione nazionale dei Comuni italiani, e dal Conai, consorzio nazionale imballaggi, mette in evidenza come il riciclo dei rifiuti in Italia rappresenti un inizio di virtù. Già sette delle regioni italiane hanno superato il limite minimo del 50 per cento, imposto dalla normativa europea e da raggiungere entro il 2020. Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Sardegna) sono già a posto. Poi ci sono tre regioni ormai in prossimità del traguardo: Emilia Romagna, Valle d’Aosta e Umbria. Poi ci sono il Lazio, la Toscana, la Campania, la Liguria, il Molise e l’Abruzzo, che vanno un po’peggio. Poi ci sono quattro regione in cui la situazione è proprio difficile, sono quelle sotto il 25 per cento. Fra queste c’è la Puglia, con il 21,3 per cento di riciclo. Va peggio solo in Basilicata con il 19,5 per cento; in Calabria con il 14,5 per cento; e in Sicilia, dove la percentuale di riciclo dei rifiuti è del 10,7 per cento. Si faccia attenzione: raccolta differenziata e riciclo non sono la stessa cosa: la prima si calcola sul totale die rifiuti solidi urbani, il secondo sulle categorie considerate (carta, vetro, plastica ecc.). Media nazionale: raccolta differenziata al 42,3 per cento; riciclo al 41,5 per cento.
