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Carcere di Bari, detenuti malati: informativa Sappe, descritta una situazione grave Dall'obeso che quasi non passa dalla porta della cella all'esiguità di posti letto

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I responsabili pugliesi del sindacato di polizia penitenziaria Sappe hanno inviato un’informativa al garante regionale dei diritti dei detenuti.

Evidenziano ciò che ritengono le criticità rilevate durante un’ispezionenel carcere di Bari. Problemi strutturali ed organizzativi tali da far definire anomala e preoccupante la situazione.

“Il carcere di Bari allo stato può ospitare non più di 260 detenuti poiché la sezione femminile è chiusa, ma accoglie circa 460 ristretti (più del 75% posti disponibili) di cui circa 140 (i numeri precisi si possono reperire presso la direzione) trasferiti presso il centro clinico poiché affetti da patologie importanti ed invalidanti. Orbene il centro clinico può ospitare fino a 25 malati, per cui i restanti detenuti sono stati smistati nelle normali sezioni detentive ove non dovrebbero stare, considerate le precarie condizioni di salute degli stessi. Durante il nostro giro nelle sezioni detentive abbiamo trovato detenuti su sedie a rotelle che dipendono da un montacarichi che spesso è guasto per cui hanno grande difficoltà a fruire di alcuni importanti diritti, poiché anche le scale sono strette(manca qualsiasi via di fuga) e devono essere presi in braccio per scendere. In un altro piano abbiamo trovato un detenuto grande obeso con una sedia a rotella che a malapena entra nel montacarichi, e che con molta difficoltà riesce ad entrare nella stanza a causa della ristrettezza della porta. Abbiamo trovato detenuti allettati che invece delle cure costanti di parasanitari sono affidati ad altri detenuti cosiddetti piantoni ecc.ecc. Non vogliamo pensare cosa accadrebbe in caso di eventi critici determinati da un incendio, terremoto ecc.ecc., con la necessità urgente di dover portare via tali malati. Dunque barriere architettoniche e mancanza di via di fuga”. Il sindacato Sappe critica l’azienda sanitaria locale di Bari “che è chiamata per legge a garantire il rispetto della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, unitamente all’ispettorato del lavoro ed al corpo dei vigili del fuoco.” Altra ctitica: come si può “accogliere detenuti malati da tutta la nazione” nonostante la potenzialità di 25 posti nel centro clinico, “e la stragrande maggioranza verrebbe dispersa nelle sezioni detentive creando ulteriori problemi al già carente organico della polizia penitenziaria? Che tipo di assistenza e dignità si può dare a questi malati seri, se vengono dislocati nelle varie sezioni detentive invece di essere ricoverati nel centro clinico? Non ci risulta che negli ospedali quando i posti dei reparti sono finiti, si mettono letti a castello per accogliere altri malati, per cui vorremmo sapere perché accade ciò.” Il Sappe evidenzia: “questa situazione è vissuta in maniera molto negativa dai poliziotti che nei loro turni devono gestire più sezioni detentive da soli, nonchè controllare anche questi detenuti molto malati che vengono spesso inviati presso le strutture sanitarie esterne, con ulteriore aggravio di lavoro per i poliziotti in servizio presso il nucleo traduzioni anch’esso in forte carenza di personale. Tanto si comunica per opportuna conoscenza ricordando che l’articolo 32 della costituzione afferma che: ‘La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo’, detenuto o meno, con la richiesta di intervento, ognuno per la propria parte di competenza acché tutto ciò termini il prima possibile.”

 


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